la polemica |
Altre News
/
Zone
/

Andrea Eremita (ArcheoNervia): «Enduristi hanno distrutto le mulattiere dell’estremo ponente ligure»

23 settembre 2019 | 15:22
Share0
Andrea Eremita (ArcheoNervia): «Enduristi hanno distrutto le mulattiere dell’estremo ponente ligure»
Andrea Eremita (ArcheoNervia): «Enduristi hanno distrutto le mulattiere dell’estremo ponente ligure»
Andrea Eremita (ArcheoNervia): «Enduristi hanno distrutto le mulattiere dell’estremo ponente ligure»
Andrea Eremita (ArcheoNervia): «Enduristi hanno distrutto le mulattiere dell’estremo ponente ligure»
Andrea Eremita (ArcheoNervia): «Enduristi hanno distrutto le mulattiere dell’estremo ponente ligure»

«I maggiori responsabili sono gli amministratori regionali e provinciali che per raccattare voti hanno sempre chiuso un occhio», ha dichiarato

Imperia.Le dichiarazioni di Andrea Eremita del gruppo ricerche ArcheoNervia:

«Premetto che dopo trent’anni di ricerche archeologiche nell’entroterra, posso vantarmi di conoscere il territorio dell’estremo ponente ligure come le mie tasche pertanto, profondamente colpito dal grido di dolore a mezzo stampa che si ripete da alcuni giorni dalle associazioni di motociclisti che praticano l’enduro che temono non poter più scorrazzare e distruggere come fanno da decenni le mulattiere e i sentieri.

Provate ad immaginare quale pensiero può invadere la mente dei turisti, sopratutto se stranieri, che volendo trascorre una giornata ospiti della natura, decidono di compiere una escursione tra i boschi del nostro entroterra quando, nel mentre si trovano a percorrere un sentiero o una mulattiera, seguiti da un frastuono assordante di motori, all’improvviso, tra il folto degli alberi vedono comparire un’orda di motociclisti mascherati amanti della natura (così si definiscono quelli che praticano l’enduro fuoripista) che incuranti della loro presenza invece di rallentare, nella più totale indifferenza, proseguono nella loro corsa mettendo a serio pericolo la loro incolumità.

Sembrerà impossibile che ciò avvenga in una nazione che si ritiene civile, ma questa è una sconcertante situazione che continua ripetersi dagli anni ottanta nell’entroterra ligure di cui i maggiori responsabili sono gli amministratori regionali e provinciali che per raccattare voti dai numerosi iscritti alle associazioni di motociclisti anno sempre chiuso un occhio sul loro operato e anche autorizzato a fare gare di enduro sulle mulattiere e sentieri, tesoro imprescindibile del paesaggio Ligure.

Una mostruosità che si traduce nel massimo grado di violenza che si può perpetrare nei confronti dell’ambiente, della natura e del mondo degli animali e la perdita di un patrimonio archeologico di centinaia di chilometri di mulattiere e sentieri, in totale violazione della Costituzione che al contrario ci impone di tutelare. Un patrimonio archeologico che trova le sue radici lontano nei secoli che come un libro di storia ci racconta la tenacia, le fatiche e i sacrifici di generazioni e generazioni di contadini ingegneri che ci hanno consegnato un territorio in piena armonia con la natura privo di segni di violenza e degrado oggi vergognosamente martoriato da orde di vandali.

Un tesoro del nostro entroterra che va salvaguardato che richiede un provvedimento più restrittivo di quello attuale per contrastare il disastro ambientale che avviene con il continuo passaggio delle moto che provoca il disfacimento dell’acciottolato delle mulattiere e il tracciato dei sentieri trasformandoli in profondi canali impraticabili e colpire, come avviene in Francia i trasgressori con sanzioni efficaci senza generose scappatoie e il sequestro del mezzo.

Nel nostro bel paese, nella remota eventualità che un motociclista (amante della natura) venga colto in flagranza, tenuto conto dell’esiguo numero di agenti forestali preposti al controllo di migliaia di ettari di territorio a cui non è possibile attribuire in assoluto nessuna colpa, l’ammenda è di cento euro che però facendo ricorso al giudice di pace si può essere certi di essere esonerati in forza alla dichiarazione della mancanza di segnaletica di interdizione del transito delle moto sulla mulattiera.

In modo per eludere le sanzioni molto diffuso che trova la sua efficacia nel distruggere la segnaletica di divieto. Altra prassi collaudata per eludere le sanzioni è quella di circolare tra i boschi senza la targa, onde evitare di essere identificati inviando la fotografia alle guardie forestali.

La cosa più sconcertante e che navigando su internet sono molti che consigliano di venire a scorrazzare impunemente tra i boschi della Liguria, considerata terra di nessuno dove le sanzioni sono ridicole e non si corre il rischio di vedersi sequestrare la moto come avviene in negli altri paesi più civili d’Europa. Una domanda sorge spontanea: su quale pianeta vivono i Verdi, Legambiente, Italia Nostra e la Soprintendenza Archeologica del paesaggio?».