Sanremo, patto tra sindaci per rilanciare Rivieracqua. Fuori i privati, dentro Amaie e Secom
Sanremo e Taggia entreranno in società. Al futuro commissario messaggio chiaro: «Decide il territorio»
Sanremo. Un patto tra sindaci è stato stretto per il salvataggio e il rilancio sotto controllo pubblico di Rivieracqua.
L’ultimo atto di una storia nata male, e che poteva finire anche peggio, è stato scritto questa mattina, quando la maggioranza dei primi cittadini imperiesi si è riunita (la tenuta del numero legale non era scontata) per votare favorevolmente al bilancio 2018 e alle nuove linee del piano concordatario che il presidente della società in house, Gian Alberto Mangiante, andrà a discutere il prossimo 11 settembre di fronte al tribunale di Imperia.
Alle dichiarazioni d’apertura del sindaco Biancheri, il quale ha confermato l’approvazione da parte della sua amministrazione comunale, la settimana prossima, di una delibera propedeutica all’ingresso di Amaie Spa (ramo idrico) in Rivieracqua, hanno fatto seguito quelle dei sindaci Mario Conio (in rappresentanza dei soci) e di Giacomo Chiappori e Armando Biasi (esponenti del comitato tecnico).
Conio, dal canto suo, ha annunciato contestualmente che l’assemblea dei soci di Secom, di cui fa parte Taggia al 50% più altri Comuni del comprensorio, ha deciso per l’ingresso nel gestore unico provinciale. Così da chiudere il cerchio su servizio idrico e depurazione per dare modo al presidente Mangiante di arrivare davanti al giudice con un piano concordatario che rispecchia le richieste fatte dal tribunale.
Piano concordatario che si aggiorna nuovamente e che verrà presentato nella sua versione più “coraggiosa”: Rivieracqua, nonostante i 26 milioni di euro di indebitamento complessivo accumulati in tutti questi anni e con un deficit che si attesta sui 2 milioni di euro, andrà ad acquisire, pagandole in azioni, Amaie per un corrispettivo valore di 17 milioni; Secom 3 milioni e assorbirà il credito che il Comune di Imperia detiene verso la sua partecipata Amat, pari a 13 milioni di euro. Il socio privato di Amat, Iren, dovrebbe essere indennizzato.
«Chiederemo un incontro con Toti e con il futuro commissario perché l’assemblea dei sindaci ha stabilito di voler rimanere strategica nel dettare la rotta. Non diciamo no a prescindere ai privati, ma vogliamo dettare le nostre condizioni. Le scelte sul territorio devono rimanere in capo ai sindaci che lo governano, hanno spiegato Biancheri e Conio.
Per i colleghi Chiappori e Biasi, oggi si è trattato di un «momento di svolta vero della politica. Chiederemo al commissario di rendere operativi i passaggi che non sono stati fatti fin ora dalla Provincia. Un esempio? Perché Bordighera che ha perso tutte le cause non è ancora entrata nella compagine sociale?».
«Quello di oggi è stato un passaggio fondamentale che va incontro alle effettive richieste del tribunale, ha incalzato Mangiante. Avremo modo di dimostrare che è iniziato un percorso per arrivare alla tariffa unica, inglobando tutte le gestioni cessate del bacino d’ambito: Amat, Aiga e 2iReteegas.
Abbiamo fatto un passo in avanti anche per quanto riguarda la percentuale dei crediti che potremo riconoscere alle imprese, salita al 50%». Come sosterrà il “colosso dai piedi d’argilla”, Rivieracqua, manovre di tale portata? «Con il rilascio di strumenti finanziari partecipativi».