Sanremo, cercano di rifilare al Comune una strada con pini pericolanti pur di non pagare i lavori
Ispezionati da un agronomo, i sempreverde di via Privata Serenella sono stati trovati in condizioni disperate
Sanremo. Si ritrovano titolari di una strada in dissesto deformata da una decina di pini marittimi pericolanti e piuttosto che sistemarla decidono di rinunciare alla proprietà del terreno in cui sono presenti i sempreverde, ma l’amministrazione comunale se ne accorge e fa abbattere gli alberi a loro spese.
Il caso, che ha visto come protagonista una società del campo delle costruzioni con sede nella Città dei Fiori, è venuto a galla nelle scorse settimane quando gli uffici comunali si sono accorti della strana” donazione” fatta alla comunità. Sfruttando il diritto, l’azienda si sarebbe rivolta a un notaio nel tentativo di cedere al Comune una porzione di terreno di via Privata Serenella, oggetto di un’ordinanza del sindaco Biancheri che ne intimava, circa un anno e mezzo fa, la messa in sicurezza. Ordinanza mai adempiuta e anzi impugnata davanti al Tar.
Incaricato dal Comune un perito agronomo di ispezionare lo stato di salute dei pini della zona, il risultato delle analisi è stato subito allarmante. Quasi tutte le piante mostravano i segni di un irrimediabile decadimento. Nel giro di pochi giorni dal primo sopralluogo, due esemplari erano addirittura caduti provocando danni alle cose circostanti.
Da quell’episodio sono scattate le verifiche per capire la natura dell’atto con il quale il Pubblico aveva ricevuto questa sorta di donazione unilaterale a propria insaputa. Dopo un’attenta indagine, si è scoperto che gli autori della cessione e originari proprietari di terreno e alberi risultati da abbattere, avrebbero provato a sfruttare il principio dell’antico diritto romano della Res Nullius che porterebbe automaticamente in capo allo Stato i beni immobili rimasti senza proprietari. Un tentativo di sottrarsi ai propri doveri finito sotto la lente dell’ufficio legale di Palazzo Bellevue.
L’ufficio Giardini e Verde dopo aver ripulito la zona ha presentato il conto dei lavori di potatura e abbattimento eseguiti “in danno” al privato. Lo Stato, dal canto suo, dovrà invece opporsi al tentativo di “scarica barile”.