Restyling dell’Annonario, nuove regole in vista per il mercato. Tariffe da adeguare
Completata la trasformazione fisica della struttura comunale, è venuto il momento di quella normativa
Sanremo. Restyling del mercato annonario inizio fase due. Ultimata la parte più corposa della ristrutturazione straordinaria del complesso comunale di piazza Eroi, l’amministrazione Biancheri si appresta a varare un nuovo disciplinare che regoli l’attività degli operatori commerciali.
Rivedere gli orari di apertura, l’accessibilità alle postazioni e adeguare i canoni di concessione per i titolari dei box e dei banchi della frutta e verdura, cristallizzati dal 1990. Sono questi alcuni degli obiettivi che Palazzo Bellevue mira a centrare entro la fine dell’anno.
La “fase due” della regolamentazione segue quella degli investimenti dell’ente locale: un milione e trecento mila euro della collettività che giustificherebbero un intervento sulle tariffe. Basti pensare che oggi per un box dentro il mercato il Comune incassa, in media, circa 1800 euro all’anno che si abbassano a 1200 per i banchi. Al netto delle spese, il canone di concessione è fissato in circa 200 euro annuali, l’equivalente di 16€ ogni trenta giorni. Cifre notevolmente sottodimensionate e difficili da giustificare se confrontate con quanto speso dall’amministrazione per restituire alla città un centro commerciale adeguato alle normative e riqualificato nel look. Viste, inoltre, le acque turbolente in cui navigano le finanze del Municipio e i recenti aumenti tariffari che hanno interessato buoni pasto, parcheggi e addizionale Irpef. Senza contare quelli che sono gli affitti medi della Città dei Fiori, nella quale si possono arrivare a pagare cifre simili ma al mese.
L’ultima giunta che aveva pensato di ritoccare all’insù le tariffe delle attività interne al mercato coperto e degli ambulanti era stata quella del sindaco Zoccarato. L’adeguamento dei canoni di concessione per box e banchi era stato fatto slittare, però, a un momento successivo alla preventivata ristrutturazione dell’immobile. Lavori appaltati e portati a termine sul finire del primo mandato Biancheri.
Parlando con alcuni operatori, c’è chi non è spaventato dal possibile incremento delle tariffe, anzi lo ritiene cosa buona e giusta. Negli anni d’oro, la cessione di una delle attività all’interno dell’Annonario poteva valere fino 70 milioni di lire. Coloro che invece lo hanno saputo far girare a pieno regime riescono a farci campare tranquillamente sé stessi e i familiari, con un giro d’affari che si aggira attualmente tra i 14 e i 20 mila euro all’anno. Poi ci sono i casi (una minoranza) di chi si era accaparrato la concessione ma preferisce tenere chiuso piuttosto che “sub-affittarlo” a meno di 400/500 euro al mese.
Sentendo le varie opinioni, non mancano le proposte alternative al ritocco dei canoni ipotizzato a scadenza di contratto (il prossimo anno): trovare formule regolamentative per impedire speculazioni e chiusure ingiustificate. Chi tiene i banchi vuoti – spiegano gli operatori – dovrebbe vedersi revocata la licenza, per riassegnarla, magari, a giovani agricoltori che avrebbero bisogno di un punto vendita accessibile per lanciarsi nel duro mondo dell’imprenditoria e del mercato del lavoro.