Rapporti M5S-Lega, parla Leda Volpi: «Salvini bramoso di potere, con la crisi di governo l’Imperiese rischia l’isolamento»
Com’è stata la collaborazione con gli altri parlamentare leghisti? «Positiva. Rixi a parte»
Sanremo. Fine del “governo del cambiamento” e dimissioni del premier Giuseppe Conte. E’ tempo di reazioni anche per la parlamentare pentastellata Leda Volpi. Eletta alla Camara dei Deputati con i voti dei liguri della riviera di ponente, ieri pomeriggio era a Roma insieme a tutta la “truppa” M5S per seguire dal Senato l’attesissimo discorso del presidente del Consiglio. Data la rottura, apparentemente insanabile, tra i due ex alleati di governo, la dottoressa, in aspettativa dall’Asl1 Imperiese e portavoce del Movimento, così ripercorre quanto avvenuto nelle scorse ore e il lavoro di questi primi 14 mesi di attività parlamentare.
Alla sua prima esperienza parlamentare (e politica) si trova a un anno di distanza con l’alleato di governo che ha deciso di abbandonare “la scialuppa”. Cosa pensa della scelta della Lega e del vicepremier Salvini?
«E’ stata una scelta totalmente irresponsabile nei confronti degli italiani. Irresponsabile perché per la brama di potere cresciuta sull’onda dei sondaggi e dei risultati delle elezioni europee lo ha portato ad anteporre gli interessi personali alla lealtà nei confronti degli italiani e della controparte di Governo del M5S che invece si è sempre comportata in maniera rispettosa e seria. Inoltre questa crisi di governo aperta da Salvini rischia di mandare alle ortiche il lavoro di 14 mesi di governo e parlamento: basta pensare alla riforma della Giustizia, al taglio del numero del parlamentari, all’abbassamento del cuneo fiscale, all’acqua pubblica e al salario minimo orario, solo per citare alcuni provvedimenti che rischiano di non vedere la luce. E poi chiedere di andare al voto a ottobre significa non avere il tempo di avere un governo operativo in autunno, momento cruciale per l’Italia per redigere la legge di bilancio e quindi poter salvaguardare le manovre economiche fondamentali per i cittadini, col serio rischio di aumento dell’IVA e quindi danno gravissimo per i consumi e per le famiglie».
Che giudizio offre sul discorso tenuto ieri del premier Conte. Cosa ne pensa delle dimissioni del presidente del Consiglio?
«Da molti anni l’Italia non aveva un presidente del Consiglio della caratura di Giuseppe Conte. Il modo in cui ha gestito dall’inizio la crisi “balneare” aperta dalla Lega è stato encomiabile: fin dall’inizio ha gestito la crisi in maniera trasparente e ha giustamente scelto di portare il dibattito nella sede più opportuna: non dai social o dalle spiagge ma in parlamento, dimostrando in questo modo pieno rispetto per il suo ruolo istituzionale e per la nostra Costituzione. Anche la sua scelta di non ascoltare le “sirene” dei continui ripensamenti a mezzo stampa di Salvini di questi giorni e di dimettersi e rimettere tutto nelle mani del Presidente Mattarella è stata una scelta che denota massimo rispetto per le Istituzioni e correttezza nei confronti dei cittadini, scelte che può fare solo chi non vive di politica ma concepisce la politica come impegno civile a tempo determinato».
Come ha collaborato con gli ex alleati e in particolare con i parlamentari liguri in questi 14 mesi di governo?
«In Commissione Affari Sociali e Sanità devo dire che abbiamo collaborato in maniera positiva con i colleghi della Lega. Con i parlamentari liguri ho avuto poche occasioni di confronto. L’esperienza invece non posso dire che sia stata di leale collaborazione con l’ex-sottosegretario ai trasporti Rixi: prima che si dimettesse a seguito della condanna per peculato, ha creato, anche grazie alla sua costante presenza sui media e al continuo endorsment del centrodestra ligure, un clima di perenne campagna elettorale e di slealtà politica nei confronti del ministro Toninelli, caratterizzato da una continua corsa a prendersi tutti i meriti del lavoro del ministero delle Infrastrutture, dal decreto Genova allo sblocco dei cantieri».
Come pensa si possa sviluppare la crisi: vede elezioni anticipate all’orizzonte o un governo con maggioranze diverse da quello attuale?
«Non ho idea di come andrà a finire questa pazza crisi “balneare”. Mi rassicura il fatto che a gestire le prossime fasi della crisi sarà Mattarella, che sicuramente cercherà di tutelare il paese nel rispetto della Costituzione. D’altra parte il MoVimento 5 Stelle non ha paura, l’importante per noi è che al centro della discussione siano posti i temi e non i giochi di convenienza: la riforma della giustizia, le misure di equità sociale, l’abbassamento del cuneo fiscale per le imprese, le misure per la tutela dell’ambiente e per l’economia circolare, il taglio agli sprechi della politica sono per noi dei punti fondamentali».
Con la caduta del governo la Liguria e in particolare il Ponente, cosa perdono?
«Questo Governo ha fatto molto per la Liguria: cito ad esempio i 333 milioni destinati alla regione per far fronte al dissesto idrogeologico, stanziati con il ProteggItalia, frutto del lavoro sinergico dei ministeri, con quello dell’Ambiente capofila. Il dissesto idrogeologico è una problematica di cui la Liguria è spesso vittima anche per colpa delle amministrazioni scellerate che l’hanno resa una delle regioni con più alta percentuale di territorio cementificato, e quindi con un suolo più fragile e vulnerabile agli eventi climatici.
Non dimentichiamo neppure tutto quello che è stato fatto per Genova a seguito del tragico crollo del ponte Morandi. Tra il Decreto Genova e la legge di bilancio sono stati stanziati quasi 800 milioni, una cifra impressionante. Accanto ai 72 milioni per le 266 famiglie di sfollati, che potranno comprarsi una nuova casa, sono stati messi 55 milioni per le imprese danneggiate, 30 milioni per il sostegno al reddito dei lavoratori, quasi 50 milioni per la mobilità comunale e regionale, 20 milioni in favore degli autotrasportatori, circa 45 milioni per la logistica e il porto, vero baricentro economico della città.
E recentemente, nel decreto “sblocca-cantieri” sono stati aggiunti gli indennizzi per gli abitanti della “zona arancione”. Inoltre a giorni, se non ci fosse stata questa improvvisa crisi, il Movimento 5 Stelle avrebbe portato in Consiglio dei Ministri la revoca della concessione autostradale ad Autostrade per l’Italia; ad un anno da quella tragedia sarebbe stato un segnale di forte presenza dello Stato punire ed escludere chi per fare profitto ha negligentemente evitato di fare manutenzione al ponte e invece ci è toccato pure sentire difendere Aspi e i Benetton da esponenti della Lega e da Toti. Queste persone dovranno spiegare ai parenti delle vittime e a tutti gli italiani perché chi ha lucrato per anni grazie ad una vantaggiosa concessione senza neppure fare la dovuta manutenzione alle strade dovrebbe continuare indisturbato a fare profitto dopo il gravissimo disastro accaduto.
Inoltre ci sono i contributi per i Comuni: ad esempio con la norma Fraccaro sono stati stanziati 500 milioni di euro per efficientamento energetico, abbattimento delle barriere architettoniche e messa in sicurezza di strade, scuole ed edifici (solo in Liguria c’erano a disposizione 13 milioni e 560 mila euro), a cui si aggiungono 400 milioni per i piccoli comuni sotto i ventimila abitanti per le opere pubbliche.
Infine le infrastrutture: grazie al ministro Toninelli sono stati sbloccati cantieri fermi da decenni in tutta Italia, come il tunnel Armo-Cantarana nell’imperiese, ma il Ponente ha bisogno di ancora di più per uscire dall’isolamento; per questo era stato avviato un dialogo costruttivo con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che rischia di interrompersi prematuramente».