Imperia, tanta gente, ricordi e lacrime per «Rafa» il bomber della compagnia
Funerali al Duomo di Porto Maurizio celebrati da don Lucio Fabbris. L’amica Matilde: «Tu eri felicità, eri luce»
Imperia. Oltre 400 persone sotto un sole canicolare si sono strette intorno a Rafael Baroni il 19enne calciatore dell’Imperia calcio tragicamente scomparso a inizio settimana precipitando dagli scogli nei pressi del noto locale, le “Rocce di Pinamare” di Andora nel tentativo di raggiungere gli amici dopo essere stato respinto all’ingresso, per dargli l’ultimo saluto.
«E’ facile abbandonarsi a sentimenti di ribellione di rifiuto netto in momenti come questo», ha detto monsignor Lucio Fabbris parroco della cattedrale di san Maurizio rivolgendosi ai familiari, al padre Paolo rappresentante di commercio, alla madre Angela caposala di Ginecologia nell’Ospedale del capoluogo, ai fratelli Anderson, Rafaela e Bruno ma anche ai tanti amici, ai compagni di squadra dell’Imperia calcio squadra in cui militava che hanno deposto la sua maglia con il numero 11 sulla bara e ai dirigenti del sodalizio neroazzurro guidati dal presidente Fabrizio Gramondo e dal dirigente Daniele Ciccione.
Presenti anche il direttore generale Alfredo Bencardino e il tecnico della prima squadra Alessandro Lupo e l’allenatore che lo ha avuto come calciatore nella Juniores Paolo Ornamento.
«Quando una vita si spezza a 19 anni -ha proseguito il sacerdote – età in cui sopravvivono un po’ i residui dell’adolescenza e anche pure bravata, ma è anche il momento in cui si inizia a gettare un ponte sul futuro anche attraverso l’attività agonistica che aiuta affinché la pianta cresca rigogliosa. Ho visto e rivisto il video in cui cui c’e quel suo scatto giubilante dopo un goal, lo sfuggire dall’abbraccio degli amici per andare dall’allenatore a palme aperte, le stesse palme che ha offerto a Dio, perché Dio non salva dalla morte, salva nella morte».
«Comprendo -ha detto don Lucio nei suoi 10 minuti di omelia – che per voi genitori sia drammatico non poter seguire lo sviluppo pieno del vostro figlio, ma Dio provvede alla fioritura piena di questo figlio che gli permetterà di vincere la partita definitiva».
«Tu eri felicità, eri luce» ha salutato Rafael la sua amica Matilde a chiusura di una lettera. Uno degli amici che erano con lui la sera dell’incidente con la voce rotta dall’emozione ha recitato un lungo saluto: «Quella sera ti ho salutato cantando i cori dell’Imperia, nessuno avrebbe mai immaginato che saresti diventato un angelo prima di noi. Hai lasciato un tatuaggio indelebile, io mi sono tatuato il tuo nome che significa sorriso, spensieratezza e divertimento».
Il cordoglio dell’amministrazione comunale è stato portato dal consigliere Antonello Motosso che è anche arbitro di calcio.
La famiglia ha chiesto che non venissero deposti fiori ma offerte all’associazione S.J.A.Mo Amici nel mondo di Albenga