estremo saluto |
Altre News
/
Imperia
/

Imperia, morte del giornalista Paolo Odello: l’orazione dell’amico e collega Marcello Zinola

26 agosto 2019 | 11:39
Share0
Imperia, morte del giornalista Paolo Odello: l’orazione dell’amico e collega Marcello Zinola

Alla camera mortuaria dell’ospedale del capoluogo. Domenica mattina si è spento anche il padre Adelmo

Imperia. Amici e colleghi del giornalista Paolo Odello scomparso a 59 anni al culmine di una breve malattia che non gli ha lasciato scampo si sono stretti per l’ultima volta, all’obitorio dell’ospedale del  capoluogo, alla moglie Cristina e ai più stretti familiari.

L’orazione è stata affidata a Marcello Zinola in rappresentanza dell’Ordine dei giornalisti di Liguria e del sindacato.  

 «”Era un “rugginoso” – ha detto Zinola – non tollerava l’indifferenza e il non impegno. Antifascista, compagno nel senso più ampio della definizione, disposto anche a rinunciare a un lavoro, era accaduto anni fa a Genova perché l’editore di un novello giornale on line non lo convinceva, né politicamente né dal punto di vista imprenditoriale.  Paolo aveva anticipato i tempi anche in alcune analisi e scritti, sui migranti e sul lavoro, giornalistico e no, devastato dal precariato e poi da riforme che il lavoro non hanno né creato né, soprattutto, tutelato anche nell’editoria. Si era “travestito” da operaio e da precario per raccontarlo quando non era tanto di moda e faceva poca audience nei media e nei saggi. Paolo non le mandava a dire e con lui abbiamo spesso fatto discussioni omeriche su politica e professione. Avrebbe, come altri, meritato di più anche se non a tutti era simpatico proprio per la sua schiettezza e onestà intellettuale. Odiava l’indifferenza e citare Gramsci con il suo Odio gli indifferenti, è forse un modo per rendere omaggio alla memoria di un amico prima e collega poi che non ha mai avuto paura di schierarsi se era convinto della propria idea, o di percorrere i sentieri della tragedia dell’ex Jugoslavia per raccontarla o, ancora, di dire ad alta voce cosa altri solo sussurravano. “Cosa” che, magari dopo mesi, sarebbe diventata notizia. Per Paolo valgono due pensieri di fondo solo apparentemente tra di loro contrapposti. Il primo, di don Lorenzo Milani: è inutile avere le mani pulite se poi le teniamo in tasca. Il secondo, appunto, l’odio verso l’indifferenza così ben tracciata da Gramsci. Di fronte alle ingiustizie, all’uomo o alla donna resi non rispettati, sfruttati, violati nella loro dignità, libertà e diritti non si può essere indifferenti, non si può non essere “partigiani” e non stare dalla loro parte. Paolo lo ha fatto con la sua penna e le sue parole. E le vignette che tracciava con sottile ironia, un tratto felino come i gatti che amava. E’ difficile parlare al passato di un amico prima ancora che collega. Io voglio ricordare il suo vocione e le sue telefonate chilometriche, le sue incazzature. Ma non posso dimenticare, né lo voglio, la sua ammissione di debolezza nella sua ultimata telefonata, da malato. Non sapevo nulla, subito non avevo riconosciuto nemmeno la sua voce: “oh Marcello, sono Paolo”. “Paolo chi?”. “Odello…”. Il silenzio che seguì fu interrotto dal “rumore” delle sue lacrime che interrompevano le sue parole. “Però ora vediamo cosa possiamo fare” mi disse. Non so se ho trovato qualche risposta o parola degna alla sua telefonata e alla sua umana debolezza di fronte a un “traguardo” che immaginava o temeva, chissà. Forse lo immaginava perché non era un indifferente.
Ciao Paolo “sciarpetta rossa“».

Per uno strana ironia dl destino domenica mattina si è spento anche il padre di Paolo, l’85enne Adelmo Odello ex vicesindaco di Garessio (Cn)da tempo malato e ricoverato all’ospedale di Cuneo.