Sanremo, scuole Pascoli. La lettera allarmante dei tecnici: «Non possiamo fare prove, i solai collasserebbero»

15 luglio 2019 | 15:59
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Sanremo, scuole Pascoli. La lettera allarmante dei tecnici: «Non possiamo fare prove, i solai collasserebbero»

I dettagli nello scambio di mail tra uffici comunali e i tecnici incaricati di verificare la vulnerabilità statica dell’edificio di corso Cavallotti

Sanremo.«Preferiamo non eseguire le prove di carico dei suddetti solai in quanto gli stessi appaiono notevolmente inadeguati a sopportare i carichi previsti dalla normativa e potrebbero essere soggetti a collasso sotto l’azione del carico di prova». E’ una comunicazione più che allarmante, quella datata 14 maggio 2019 con la quale l’architetto Giuseppe Marotta, capogruppo del RTP (raggruppamento temporaneo di professionisti) incaricato di eseguire una perizia sulla scuola Pascoli, annuncia a Palazzo Bellevue l’intenzione di non sottoporre l’edificio scolastico a sollecitazioni, visto che i calcoli di verifica eseguiti preventivamente hanno dato un esito negativo, con «risultanze – è scritto nella missiva – che non soddisfano le verifiche per i carichi statici con relativi sovraccarichi accidentali» come prevede l’attuale normativa antisismica.

E non è tutto. Nella lettera, giunta in Comune più di un mese prima della decisione di chiudere la scuola a causa dei suoi problemi statici, l’architetto scrive: «Stante comunque la confermata precarietà e pericolosità riscontrata, relativamente a detti orizzontamenti, supportata dai dati di calcolo sopra esposti, si ritiene di sollecitare l’Ente a prendere urgenti provvedimenti al fine di eseguire opere di consolidamento dei solai o, in alternativa, a valutare la possibilità di chiusura e interdizione al pubblico delle aule».

Dichiarazioni che non lasciano adito a dubbi sullo stata di precarietà in cui versano i solai della scuola, e che stridono con quanto dichiarato nei giorni scorsi dal dirigente del settore lavori pubblici l’ingegner Burastero, che a nostri microfoni aveva detto: «Quando sono arrivate le comunicazioni dei tecnici – in data 14 maggio – incaricati di stabilire la vulnerabilità sismica dell’istituto abbiamo notato che le prove di carico sui solai erano state fatte con pesi maggiori di quanto prescritto dalle normative. E, in accordo con l’amministrazione comunale non ce la siamo sentita di chiudere la scuola a pochi giorni dal termine delle lezioni. Abbiamo chiesto un incontro urgente in attesa che venissero rifatte le simulazioni di carico. I tecnici incaricati hanno dato disponibilità per un vertice dal 10 al 14 giugno, garantendo di portare un quadro complessivo della situazione sui solai, muri e sismica. A metà giugno abbiamo scoperto che sarebbe stato inutile intervenire e si è deciso di stabilire che la scuola non sarebbe più stata utilizzata a partire dal prossimo anno scolastico».

Eppure la lettera del tecnico che stava esaminando la scuola per conto dell’amministrazione suona come un ultimatum. La preoccupazione dell’architetto, che informa il Comune della gravità della situazione, è tangibile e si manifesta con la richiesta finale, perentoria e precisa: un’azione repentina per mettere in sicurezza l’edificio. Oppure la chiusura.