Sanremo, l’arresto di Massari. Pagani (Uil Pa) sottolinea professionalità agenti: «Poteva essere ucciso»
«Si è consegnato nel momento della conta dei detenuti. Era armato e aveva sparato»
Sanremo. «A Domenico Massari è andata bene, poteva essere abbattuto. Il fatto di aver esploso tre colpi di pistola è una circostanza che impone l’uso dell’arma, ma gli agenti della polizia penitenziaria intervenuti hanno dimostrato grande bravura e e professionalità e sono riusciti a disarmarlo e arrestarlo senza ucciderlo». Lo dichiara il segretario regionale della Uil Pa Polizia PenitenziariaFabio Pagani che si congratula con gli agenti «che in un momento particolare del turno, alle 24,10, quando si procede con la conta dei detenuti, hanno tratto in arresto un pericoloso e armato omicida».
Dalla ‘sala regia’, gli agenti avevano visto un uomo aggirarsi vicino al carcere. Era Massari, che arrivato davanti al citofono dell’istituto penitenziario ha esploso tre colpi di pistola. Poi ha lanciato l’arma nel cortile. Nel frattempo i poliziotti sono usciti dal carcere e lo hanno catturato e ammanettato.
Dopo aver ucciso a Savona l’ex moglie, Deborah Ballesio, Massari è fuggito. Una fuga durata poco più di 24 ore e finita nel carcere di Sanremo, in Valle Armea, dove l’uomo aveva già scontato i 3 anni e 2 mesi inflittigli per aver dato fuoco, nel 2015, al locale gestito dalla ex ad Altare. Scontando la sua condanna, l’assassino non ha dato problemi né agli agenti né ad altri detenuti. Ma in quei mesi di carcere aveva parlato, più volte, del rancore che provava nei confronti di Deborah.