Sanremo, «incompatibili con la permanenza a dimora in sicurezza». Ecco perché sono stati abbattuti i pini di Santa Tecla

1 luglio 2019 | 18:39
Share0
Sanremo, «incompatibili con la permanenza a dimora in sicurezza». Ecco perché sono stati abbattuti i pini di Santa Tecla
Sanremo, «incompatibili con la permanenza a dimora in sicurezza». Ecco perché sono stati abbattuti i pini di Santa Tecla
Sanremo, «incompatibili con la permanenza a dimora in sicurezza». Ecco perché sono stati abbattuti i pini di Santa Tecla
Sanremo, «incompatibili con la permanenza a dimora in sicurezza». Ecco perché sono stati abbattuti i pini di Santa Tecla
Sanremo, «incompatibili con la permanenza a dimora in sicurezza». Ecco perché sono stati abbattuti i pini di Santa Tecla

I pini saranno sostituiti già nelle prossime ore da palme

Sanremo. Pini, appartenenti alla specie Pinus pinea, talmente inclinati da non essere (almeno per tre esemplari su sei) più pini, bensì incompatibili «con la permanenza a dimora in sicurezza» e pertanto da abbattere e sostituire. E’ il motivo per cui sono stati abbattuti, non senza polemiche, gli alberi presenti a Santa Tecla. Una scelta non facile, ma presa per garantire la pubblica incolumità in una città che ha giù subito diversi schianti di alberi al suolo fortunatamente senza conseguenze tragiche, come invece capitato altrove. 
A dimostrarlo è una relazione dettagliata compiuta dall’agronomo incaricato da Palazzo Bellevue, Roberto Garzoglio, che ha esaminato i pini effettuando i necessari sopralluoghi tecnici e le valutazioni con metodologia VTA (Visual Tree Assessment): la valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche che viene eseguita dagli agronomi per certificare le condizioni strutturali dell’albero.

Dei sei pini analizzati, tre sono stati inseriti nella classe D (estrema), quella assegnata ad alberi che «al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai, quindi, esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute». Una ‘condanna a morte’ del pino che corrisponde, però, a una possibile tragedia evitata, visto l’elevatissimo rischio di uno schianto improvviso al suolo.

«Oltre ai sintomi riscontrati sugli alberi si è rilevata, nella zona epigea, la perdita irreversibile del portamento della specie con chiome – si legge nella perizia – fortemente deformate con tagli scorretti effettuati nel tempo, gravemente asimmetriche e sbilanciate». E il deterioramento dei parametri delle condizioni di stabilità statica delle piante peggiorava giorno dopo giorno, tanto che nell’ultimo sopralluogo, effettuato il 10 giugno scorso, l’esperto aveva dichiarato che «l’inclinazione dei fusti, chiome con carico dei pesi fuori asse, depressioni al colletto, pieghe di carico in compressione e palchi esposti oltre ad un ancoraggio al suolo che non garantisce certezze sulla sicura stabilità dei soggetti aggravato anche dal terreno costantemente irrigato».

Prova di quanto certificato dall’attenta analisi dell’agronomo, è data dalle foto dei tronchi tagliati, che mostrano la presenza di cerchi legnosi totalmente disomogenei e di spessore variabile a dimostrazione di inclinazioni significative.

Gli altri tre pini, anch’essi abbattuti, erano stati classificati in classe C/D, e dunque a rischio ‘elevato’: per questi esemplari, che comunque presentavano un’inclinazione non naturale, l’esperto aveva consigliato un «intervento specialistico di potatura di diradamento, riequilibratura e contenimento da effettuarsi in tempi brevi».

Ma visti i problemi che le piante avrebbero comunque avuto dopo una potatura significativa delle chiome, l’amministrazione ha scelto di tagliarli insieme agli altri tre.

I pini saranno sostituiti già nelle prossime ore da palme: alberi che presentano, tra l’altro, un apparato radicale molto ridotto che non creerà problemi agli asfalti.