Nomine consiglio di amministrazione Casinò di Sanremo, Condò: «Il solito valzer delle poltrone»
«Tutti fanno finta di essere poco interessati, ma sappiamo che nelle stanze di Palazzo Bellevue, l’argomento crea nervosismo» scrivono i rappresentanti di Sanremo Libera
Sanremo. «Si ripete con una cadenza quasi scontata il solito teatrino delle nomine per il consiglio di amministrazione del casinò. Tutti fanno finta di essere poco interessati, ma sappiamo che nelle stanze di Palazzo Bellevue, l’argomento crea nervosismo» scrivono Alessandro Condò e Maurizio Stefanucci di Sanremo Libera.
«Il virus dello show delle nomine legate ai partiti, agli amici dei potenti, ai soliti noti che per forza debbono ricevere la poltrona, la sedia o lo sgabello, quelli legati alle fazioni o alle associazioni più o meno segrete, con puntualità svizzera, continua a trovare terreno fertile per ingrassare. Credevamo che qualcosa di diverso potesse accadere con la riconferma del sindaco Biancheri. Lui che affermava di essere un imprenditore imprestato alla politica, oggi sembrerebbe diventato il maestro della trasversalità di chi deve accontentare a prescindere. Guardiamo esterrefatti.
In campagna elettorale ci aveva rassicurati che le scelte sugli uomini avrebbero seguito la logica del merito. Ci credevamo e nella nostra semplice buonafede ci eravamo spinti a rappresentargli delle preferenze verso persone che avevano già dimostrato grandi capacità ed ottenuto risultati tangibili, senza casacche politiche, oneste e che attraverso il loro trascorso professionale avevano saputo andare al di là dei confini nazionali con risultati importanti. Lui aveva condiviso il nostro pensiero. Ma niente da fare: le solite belle parole in campagna elettorale seguite dalle solite gaffe comportamentali quando si è vinto. Eppure, nel suo mandato il sindaco Biancheri, di scelte sbagliate ne aveva già fatte: ricordiamo solo la nomina di 2 direttori generali che non hanno saputo interpretare l’azienda e la loro inefficacia è stata pari al lauto compenso ricevuto. Caro Sindaco, vogliamo ancora credere alla sua coerenza rispetto a ciò che ci aveva detto, vogliamo ancora credere che quanto leggiamo non sia una scelta definitiva».