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Giovanni Toti a Forza Italia: «Tempo scaduto, non sarò complice di chi non vuole cambiare nulla»

31 luglio 2019 | 18:29
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Giovanni Toti a Forza Italia: «Tempo scaduto, non sarò complice di chi non vuole cambiare nulla»
Giovanni Toti a Forza Italia: «Tempo scaduto, non sarò complice di chi non vuole cambiare nulla»
Giovanni Toti a Forza Italia: «Tempo scaduto, non sarò complice di chi non vuole cambiare nulla»
Giovanni Toti a Forza Italia: «Tempo scaduto, non sarò complice di chi non vuole cambiare nulla»

Il Governatore della Liguria verso lo strappo con il partito di Berlusconi. In un monologo di 12 minuti le ragioni di una scelta

Genova. «Questa farsaè durata anche troppo, non sarò complice di ulteriori ritardi  e della disfatta di una storia di 25 anni. Fino all’ultimo ci proverò ma l’ultimo è veramente arrivato».

Il Governatore della Liguria Giovanni Toti affida a un video-messaggio della durata di una dozzina di minuti in diretta sulla sua pagina Facebook l’ultimatum a Forza Italia: se il “tavolo delle regole” formato dal presidente Silvio Berlusconi, dal vicepresidente Antonio Tajani dai due coordinatori, nazionali lo stesso Toti e Mara Carfagna nominati dall’ex premier e dai maggiorenti azzurri in occasione dell’incontro decisivo in programma domani, non darà il via libera alla sua richiesta di Primarie aperte abbandonerà il partito.

Seduto alla scrivania, da quello che sembra uno studio privato, sullo sfondo due colonne color panna, a sinistra una libreria e a destra delle poltrone, Giovanni Toti usa toni pacati per menare fendenti a destra e a manca.

«La negazione della realtà – principia così il monologo politico di Toti –  è la stella polare in questo partito. Abbiamo perso milioni di voti, perdiamo i pezzi eppure si continua a fare finta di niente. L’unico problema sembro essere io che voglio cercare di invertire la rotta. Si grida al tradimento di Toti ma io vedo che la classe dirigente di Forza Italia anche la più giovane è vecchia di dieci anni. I giovani amministratori anche parlamentari sono tenuti come pupazzi imbalsamati senza dargli spazio, solo per sola giustificazione del potere dei soliti noti».

Il governatore della Liguria affronta anche la questione dell’alleanza con la Lega: «Pur non potendo essere soddisfatti dell’azione di questo Governo, siamo solo capaci di dire alla Lega di mollare i Cinque Stelle. Ma noi cosa offriamo in cambio ? Un partito sceso al 6 per cento e che forse scenderà ancora, una opposizione parlamentare sempre più simile a quella del Pd, delle scelte che francamente non capisco neanche io, come il voto contro sulla diminuzione dei parlamentari.  Sento parlare di abbandonare addirittura l’aula al momento della discussione sulla Tav.  Poi c’è  dice che voglio un partito succube dei sovranisti. Chi lo dice sono le stese persone che hanno reso il partito irrilevante politicamente e che lo hanno reso succube».

«Tra le tante– incalza Totic’è l’accusa di tradimento contro di me, di disimpegno. Lo ritengo inaccettabile, tanto che ho accettato una nomina a coordinatore pur dicendo da tempo che le nomine non devono essere calate dall’alto, ma doveva essere l’inizio di un grande processo di cambiamento. Invece no, coordinatori regionali, provinciali e comunali a l loro posto. Non ho chiesto cose eclatanti ma la normalità seguendo la logica del “meno siamo, meglio stiamo”».

Forte del successo conseguito alla convention teatro Brancaccio di Roma, anche se non è seguita (finora) la formazione dei nuovi circoli prospettati già la scorsa estate prima della tragedia del ponte Morandi a Genova e giocoforza rimandati, Giovanni Toti torna a chiedere, dunque, con forza Primarie aperte e le one come condizione per restare nel partito: «Ho chiesto Primarie aperte dove tutti possono parlare e le idee si confrontano. Ho accettato la nomina a coordinatore solo per essere giudicato. Se non saranno concesse le mie dimissioni sono già su questo tavolo. Io non mi rassegno a un centrodestra confinato in una piccola nicchia e amministrato da pochi».

Tutto il partito sembra essere in ebollizione sia tra i gruppi parlamentari che sui territori proprio a proposito della Tav.

Anche Mara Carfagna  si starebbe avvicinando alle posizioni di Toti.  Toccherà al vicepresidente  Antonio Tajani cercare di  gestire una riunione che si preannuncia difficile anche per la vicinanza ritrovata tra i due coordinatori nazionali.