“Filumè” della sanremese Patty Campanile, il parere del critico: «Prova di grande maturità artistica ed emotiva»

28 luglio 2019 | 17:57
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“Filumè” della sanremese Patty Campanile, il parere del critico: «Prova di grande maturità artistica ed emotiva»

«Incarna perfettamente l’essenza iconica del personaggio di De Filippo»

Sanremo. Arrivano i primi pareri della critica per lo spettacolo teatrale “Filumè… i figli so’ figli e so’ tutt’eguale” della sanremese Patrizia “Patty” Campanile.

A scrivere è Virginia Campione, del sito Cinematographe.it : «Il Teatro dell’Opera del Casino di Sanremo è stato sede, lo scorso 24 luglio, della messa in scena dello spettacolo di Patrizia Campanile dal titolo Filumè… e dal sottotittolo “i figli so’ figli e so’ tutt’eguale”, con un copione apertamente ispirato alla celebre commedia napoletana di Eduardo De Filippo, incentrata sul personaggio iconico di Filumena Marturano.

Un sogno nel cassetto che ha preso finalmente vita, per la nota attrice e regista sanremese Patrizia Campanile, che ha scelto Luciano Sapiolo come suo co-protagonista, nei panni di un ottimo Don Domenico. La Filumé di Patrizia Campanile incarna perfettamente l’essenza iconica del personaggio di De Filippo, arricchendolo con quel pizzico di attualità in grado di renderlo fruibile e accattivante ai giorni nostri, un’epoca in cui è sempre più difficile rassegnarsi a una vita non all’altezza delle proprie aspettative ma in cui – allo stesso tempo – si fatica a confessare e vivere apertamente i sentimenti, spesso proprio per quell’incomunicabilità che vediamo così ben messa in scena fra la donna e il suo manipolato marito, che si scopre in realtà molto più amato di quanto inizialmente appare.

Patrizia dà così vita a un mix esilarante di caparbia determinazione e prorompente femminilità – nel senso più alto e nobile del termine – dato l’amore sommesso ma sconfinato per i tre figli – ai quali non sente per lungo tempo nemmeno il bisogno di rivelare la propria identità, mettendo in risalto come l’amore vero non chieda nulla in cambio.

Una donna al tempo stesso opportunista e romantica, disposta a tutto per il bene della prole ma inevitabilmente debole di fronte a un uomo che inganna e ama allo stesso tempo, incapace tuttavia di dirlo, per orgoglio o semplice paura. Ed è proprio questa scintilla di contraddittoria profondità che Patrizia Campanile è stata in grado di far schioccare, attraverso sguardi eloquenti, toni intensi ma sempre misurati e battute ironiche quanto foriere di verità profonde e inconfessabili. Per poi lasciar fluire tutti questi sentimenti inespressi in un finale esplosivo, in cui la gioia di questo amore finalmente vissuto alla luce del sole investe il pubblico. Perché è vero che i figli sono tutti uguali, ma lo siamo anche noi donne, spesso ansiose di cedere al richiamo dell’amore, in tutte le sue forme.

Con Filumé, Patrizia Campanile ha dato prova di grande maturità artistica ed emotiva, nel gestire un personaggio così complesso e sfaccettato con dirompente energia e profondo rispetto, conciliando le risate con la commozione e condividendo attivamente col pubblico questo splendido traguardo professionale che – siamo sicuri – aprirà i suoi progetti futuri a nuovi orizzonti tutti da scoprire.

Ad accompagnare Patrizia e Luciano sul palco gli altri interpreti Antonio Aiello, Gina Volpe, Anna Maria Valentino, Marianna Stefanita, Domenico Frattarola, Andrea De Pasquale, Ricky Tursi, Marco Donnini, Manuele Catroppa e le ballerine Cristina Arrigo, Giada Garofalo, Alice Albiosi e Viviana Meduri, i cui intermezzi danzati hanno aggiunto ulteriore spessore all’opera, dando voce al non detto in modo intenso e delicato. Menzione speciale va fatta infine alle accurate scenografie e agli originali effetti visivi, in grado di catapultare gli spettatori negli anni e nelle sensazioni della commedia originale».