Crisi idrica, il gruppo Diano riparte: «Siamo in emergenza, serve un nuovo acquedotto»

14 luglio 2019 | 12:55
Share0
Crisi idrica, il gruppo Diano riparte: «Siamo in emergenza, serve un nuovo acquedotto»

Amat avrebbe già pronto un progetto dal valore di 2.300.000 €

Diano Marina. Il gruppo consiliare Diano riparte scrive quanto segue:

«Alzarsi al mattino in una località turistica e recarsi al bar per fare colazione e sentirsi dire che il caffè non si può bere perché manca l’acqua, entrare da un barbiere e sentirsi dire che la barba non la puoi fare perché manca l’acqua, entrare in lavanderia e sentire la padrona indiavolata perché non può lavorare sempre perché manca l’acqua, ascoltare per le strade le mamme altrettanto su di giri perché non riescono a far funzionare la casa perché manca l’acqua, pensare che se esplode un tubo con la violenza che si è manifestata di fronte all’hotel Cristina di Imperia può provocare danni irreparabili a cose e persone il morale scende sotto i piedi. Non è questa la città che noi vogliamo!

Avere dimenticato di dare la priorità alla sistemazione di un acquedotto ultra quarantenne prima di ogni altro intervento significa voler massacrare il turismo e l’intera economia della nostra zona. Ora basta con le chiacchiere, le promesse, le illusioni. La situazione è davvero disperata. Come oppositori all’interno del consiglio comunale abbiamo secondo noi il dovere di far chiarezza sulla realtà che sta vivendo la nostra città, tentando di dare suggerimenti che non vorremmo arrivassero anch’essi troppo in ritardo. E’ da tempo che insistiamo perché venga realizzata una condotta con nuovi tubi, di materiale plastico, sull’ex tracciato ferroviario che colleghi Imperia al Golfo Dianese.

A quanto ci risulta l’Amat avrebbe già pronto un progetto che – secondo alcune indiscrezioni – dovrebbe costare approssimativamente 2.300.000 €, una cifra che tutti i comuni fruitori dell’acquedotto Roja potrebbero proporzionalmente agli abitanti, coprire senza perdere un solo giorno. Se il progetto dell’Amat è effettivamente di questa portata sarebbe il caso che i comuni riuscissero a realizzare immediati accordi con le Ferrovie per ottenere la servitù stimolando anche un intervento della Regione per ottenere risultati ed accelerare i tempi al massimo.

Quindi riteniamo che l’intera cittadinanza potrà comprendere se la sede di interventi programmati dal Comune nel piano triennale dei lavori pubblici vengano provvisoriamente accantonati e magari considerare se sia il caso di eliminare una manifestazione come il Windfestival che costa ben 24.000 € alle casse comunali. Sarebbe anche interessante vedere altrettante stimolazioni da parte dei sindacati di categoria quali: Federalberghi, Confcommercio e Confesercenti, Confartigianato e Cna, Coldiretti e Cia. Forse con questi sacrifici e con l’impegno di tutti potremmo uscire da una situazione che rasenta il drammatico».