Sfratto dell’artista Morgan. La solidarietà di Sanremo, ‘Città della musica’
Il Club Tenco annuncia: «Continueremo a collaborare con Marco»
Sanremo. Anche la Città della musica per antonomasia, Sanremo, invia un messaggio di solidarietà a Marco Castoldi, in arte Morgan, sfrattato dalla propria casa-studio a Monza lo scorso 25 giugno, quando un ufficiale giudiziario insieme alla polizia sono entrati nell’alloggio, pignorato per i debiti che l’artista avrebbe accumulato sia con Equitalia che con l’ex compagna, e madre della sua prima figlia, Asia Argento.
«Sono dispiaciuto per quello che è accaduto a Morgan, un artista legato a Sanremo anche grazie alle recenti partecipazioni al Tenco», dichiara il sindaco Alberto Biancheri, che si dice umanamente vicino all’artista.
E proprio il Club Tenco, istituzione cittadina che della musica d’autore è l’emblema nazionale, manda un messaggio di solidarietà a Morgan, eccezionale co-conduttore dell’ultima edizione del Premio Tenco. Lo fa attraverso le parole di un membro illustre del direttivo: il fumettista Sergio Staino, che dai propri canali social aveva lanciato l’adunata tra i solidali proprio davanti all’abitazione pignorata. All’amico Marco aveva dedicato questo messaggio: «Io non so perché Van Gogh, un uomo che ha portato luce al mondo, sia stato trattato così male, tanto da subire sofferenze per lui inesplicabili. Non so perché uno come Caravaggio, che avrebbe dovuto avere una vita sontuosa e felice, sia poi morto disperato come un cane randagio su una spiaggia deserta. E nulla so di Dino Campana, seppellito qui a Scandicci vicino a casa mia, a due passi dalla splendida villa di Castelpulci a suo tempo sede del manicomio fiorentino. E non so di tanti altri: non so di Alda Merini, non so di Baudelaire, non so di Oscar WIlde, di Giordano Bruno. Io non so perché tante persone che hanno il fuoco dentro, un fuoco di amore e di curiosità, un fuoco di pesante genialità, si trovino poi a soccombere di fronte a miserevoli quotidianità della vita. E soprattutto non so perché la giustizia, questa enorme torre di Babele che da secoli costruiamo per il bene e la tranquillità comuni, non sappia trovare un modo di liberarsi da leggi che, seppur costruite per la sua grandezza, risultano invece perverse. Però so perché mi vengono in mente certi pensieri quando leggo un messaggio di Marco, un messaggio di amore e disperazione, un messaggio per chiedere un impossibile aiuto. L’artista, il poeta, il creatore, sono forse cose chiuse nella sua pelle? La poesia non si prolunga forse nel suo ambiente, nella sua casa, nei suoi oggetti quotidiani, nei segni sul muro, negli odori lasciati da amici e visitatori, nella città che lo ha cresciuto e modificato? E questa quotidianità così trascurata non è forse la base per far esprimere la sua forza artistica? Che amici saremo, che persone saremo, se non troviamo il modo di far continuare il magico lavoro di questo magico artigiano?».
Il Club Tenco ha inoltre dichiarato di essere «in costante contatto con Marco dal punto di vista umano» e di seguire «giornalmente la vicenda», annunciando che la collaborazione con l’artista Morgan «ormai storica, costante e collaudata con il Club Tenco proseguirà anche nel futuro».