Processo per lo sgombero dei Balzi Rossi, il giornalista Guasco: «Preso a pietrate dai no borders»
Giovani dei centri sociali guardati a vista da un cordone di polizia
Imperia. Tribunale del capoluogo “blindato” per il processo realtvo ai fatti risalenti all’estate 2015 quando il campo, un vero e proprio villaggio denominato “La Bolla” allestito nella pineta dei Balzi Rossi al confine di ponte San Ludovico dai no borders per alloggiare i migranti che premevano per superare il confine con la Francia era stato sgombrato “manu militari” dalle forze dell’ordine.
Dato il numeroso pubblico intervenuto con molti militanti che sfoggiavano magliette con la scritta “La Bolla a processo, al campo io c’ero” si è preferito trasferire la seduta del dibattimento odierno nella più capiente aula Trifuoggi con inizio ritardato di alcune ore rispetto all’orario inizialmente fissato per le 10.
Oltre agli imputati, infatti, erano presenti diverse decine di loro sostenitori, tra i quali gli esponenti del Centri sociale “La Talpa” di Imperia che fin dalla prima mattina hanno appeso ai cancelli di Palazzo di giustizia striscioni inneggianti alla libertà di due loro compagne detenute nel carcere dell’Aquila prontamente fatti rimuovere.
I ragazzi incriminati devono rispondere dell’occupazione abusiva dei terreni della pineta ma anche di violenza e minaccia nei confronti del giornalista Alberto Guasco.
«Sono stato preso a pietrate – ha dichiarato Guasco sentito come teste – allo scopo di indurmi a cancellare un paio di videoclip che avevo girato. Nonostante lo avessi fatto al di fuori delle transenne sono stato avvicinato da un gruppo di no borders che mi hanno intimato di cancellare il materiale perché si trattava di immagini rubate in un luogo privato, aggiungendo che le immagini ritraenti i migranti potevano arrecare loro danno se fossero stati riconosciuti. A un certo punto della discussione mi sono state lanciate delle pietre». «Sono coinvolto emotivamente -ha concluso Alberto Guasco rivolgendosi al giudice Francesca Minieri – anche perché in quei giorni mi sono limitato a documentare quello che stava succedendo e, anzi, la mia volontà era quella di dare ai no borders la possibilità di affermare le loro ragioni».
La pubblica accusa era sostenuta dal p.m. Luca Scorza Azzarà.
Nutrito il collegio di difesa composto da tra gli altri dagli avvocati Ersilia Ferrante, Emanuele Tambuscio, Laura Tartarini e Gianluca Vitale.
Alla sbarra ci sono: Deborah Angrisani, Gianni Balestra, Elodie Balestra, Francesca Becchetti, Paolo Biamonti Davide Bragetti, Elisa Briguccia, Teresa Calvieri, Rafael Campagnolo, Desireè Ceccarini, Giulia Fiscato, Marco Fornari, Martina Franchi, Marco Giuntini, Anna Gregorutti, Sara Jaralla, Emanuela Lava, Jacopo Mascheroni, Guglielmo Mazzia, Anselmo Mengacci, Caterina Napoli, Nazario Pastucci, Tiziana Pavone, , Francesca Peirotti, Sara Pezzera, Pasquale Polimeni, Riccardo Rossetti, Felice Rosa, Maria Rosso, Alexsander Sasso e Lorenzo Viale
Dopo Guasco a deporre sono stati chiamati altri testimoni dell’accusa, in particolare i funzionari di polizia che hanno coordinato le operazioni.