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Imperia, interrogatori di garanzia: Masotina fa scena muta, Taverna risponde al giudice

14 giugno 2019 | 13:37
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L’indagine per presunta gestione di attività commerciali con proventi da traffico di droga

Imperia. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giacomo Masotina difeso dall’avvocato Luca Ritzu, mentre Sergio Taverna assistito dal legale di fiducia Loredana Modaffari ha fornito spiegazioni al giudice Paolo Luppi.

Si sono svolti nella mattinata di oggi, infatti, gli interrogatori di garanzia di Sergio Taverna, 53 anni, e Giacomo Masotina, 44 anni arrestati lunedì dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Andalusia 2“.

«Il mio cliente -ha dischiarato all’uscita del penitenziario del capoluogo l’avvocato Ritzu  -si è avvalso della facoltà di non rispondere anche perché abbiamo chiesto copia della documentazione. Sono delle indagini abbastanza corpose. Nei prossimi giorni avendo ricevuto i documenti valuteremo nel caso di essere sentiti».

Taverna, invece, ha risposto alle domande di Luppi.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti il “Caffè Garibaldi”, di piazza Dante a Imperia e il “Caffè 84” in via Romana a Ceriale oltre  all’officina “Punto Gomme”, sul lungomare Vespucci sempre nel capoluogo erano gestiti grazie ai proventi di ingenti traffici di droga.  I locali sono stati sequestrati così come   un conto corrente presso l’istituto Carispezia. I militari dell’Arma hanno eseguito anche due misure con obbligo di firma nei confronti dei prestanomi dei due arrestati,  Manuel Taverna, ventenne figlio di Sergio, e Omar Peruzzi, 58 anni.

Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Imperia coordinati dal procuratore capo Alberto Lari e dal sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà, sono iniziate nell’ottobre del 2018, proprio nei giorni in cui si concludeva, con quattro misure cautelari in carcere, l’operazione “Andalusia“: il 23 ottobre del 2018, infatti, i militari avevano arrestato corrieri della droga trovati con 58 kg di marijuana.

Nei guai erano finiti proprio Giacomo Masotina e Sergio Taverna, che in un magazzino di lungomare Vespucci, aveva nascosto 4 kg di hashish. I due finirono in carcere.