Imperia, “faida di Caramagna”: chieste condanne per Domenico Ferraro e i fratelli Pedone
Sentenza attesa per il prossimo 3 luglio
Imperia. Il pubblico ministero Antonella Politi ha chiesto la condanna per tutti e tre gli imputati della cosiddetta “faida di Caramagna “, una serie di episodi di stalking e violenze che si sarebbero consumate per motivi di vicinato: 3 anni e 2 mesi per Domenico Ferraro difeso dall’avvocato Giovanni Di Meo efino a due 2 anni per Vito e Vittorio Pedone.
L’udienza davanti al giudice Anna Bonsignorio si è svolta a porte chiuse trattandosi di rito abbreviato che prevede in caso di condanna la riduzione di un terzo della pena.
Le accuse per Ferraro sono per fatti di stalking nei confronti dei coniugi Antonietta Calvo e Vito Pedone, i suoi ex vicini di casa, mentre i fratelli Vito e Vittorio Pedone devono rispondere di violenza ai danni di Ferraro che durante una aggressione ha perso la vista da un occhio.
Ferraro, poi, il 14 gennaio scorso sulle alture intorno a Caramagna si era reso protagonista di un agguato a colpi di pistola (nella foto i rilievi della polizia scientifica) ai danni della coppia, reato per il quale si procede separatamente.
I problemi sono nati a causa di pretese servitù di passaggio, parcheggio e precedenze fino a degenerare in vere e proprie violenze. L’avvocato Di Meo nelle scorse udienze ha presentato documentazione frutto di indagini difensive e anche una chiavetta usb contenente il filmato del pestaggio ai danni del suo assistito.
Nell’episodio di sangue avvenuto il 14 gennaio, la moglie di Vito Pedone, Antonietta Calvo aveva riportato gravi ferite, mentre il marito era riuscito a fuggire. La pistola di Ferraro si era, infatti, inceppata.
Il 63enne autore degli spari si era dato alla macchia ma aveva dovuto arrendersi dopo un paio di giorni a Sanremo per problemi di salute, di ritorno da Nizza, dove si era rifugiato.
Anche le indagini per questo ultimo fatto si appuntano sulle visione telecamere di sorveglianza e sui rilievi balistici: si cerca di capire se Ferraro avesse premeditato o meno l’agguato.
Sentenza attesa per il 3 luglio.