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Condizioni di lavoro indegne alla Fondazione Chiappori di Latte, l’Uil Fpl dichiara lo stato di agitazione

12 giugno 2019 | 09:42
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Condizioni di lavoro indegne alla Fondazione Chiappori di Latte, l’Uil Fpl dichiara lo stato di agitazione

«Alla Punto Service ricordiamo che non ha a che fare con dei bulloni e la struttura Chiappori non è una fabbrica, ma un luogo dove si accoglie e si ospita»

Ventimiglia. «La Uil Fpl, dichiara lo stato di agitazione e l’incontro davanti all’illustrissimo signor Prefetto, per il personale operante presso la Fondazione Chiappori di Latte, dipendenti della cooperativa Punto Service;

Da tempo, abbiamo provato a raggiungere un accordo, al fine di far lavorare serenamente i lavoratori in quella struttura, ma la cooperativa, alla quale è stato ceduto il servizio, non ha orecchie per ascoltare, e resta impassibile, anche davanti, al grido disperato di lavoratori ,che oggi dichiarano di non farcela più; Ogni accordo fatto, viene immediatamente disatteso;

Era stato richiesto, di far lavorare i dipendenti, in modo equo su tutti i piani, per risposta abbiamo ottenuto che lo stesso operatore debba lavorare spostandosi, nello stesso turno di lavoro, su più moduli, cosa che va in netto contrasto con la Legge Regionale, che prevede la suddivisione in moduli proprio per il controllo del rapporto Utente operatore socio sanitario e infermiere;

Abbiamo constatato che il numero delle malattie in quell’ente è molto importante e abbiamo cercato di spiegare alla cooperativa, che probabilmente all’interno della struttura non vi è benessere lavorativo anzi al contrario i lavoratori stanno subendo un forte stress;

Ci sono lavoratori che ci fanno presente che, anche i presidi non sono a norma, persone che dichiarano difetti nelle scarpe infortunistiche, piuttosto che sollevatori rotti, rattoppati con del nastro adesivo o delle bende;

Riteniamo assolutamente inutili le missive del responsabile, dove si precisa che se continueranno ad esserci malattie ed infortuni, la cooperativa sarà costretta a ridurre ancora i minutaggi di assistenza;

Quali riduzioni? Oggi, su un piano, con 34 ospiti , opera una sola persona, con un’altra persona che fa da spola su due piani, nell’altro piano sono in servizio 2 persone su un numero di 12 Operatori Socio Sanitari previsti nelle 24 ore ne operano 4/5.

Ci sono ore nella giornata, in cui un solo operatore resta in servizio, in caso di assenza di un lavoratore nel turno pomeridiano, coloro che sono in servizio dalle sei del mattino devono prolungare il loro turno, raddoppiando il loro carico di lavoro;

Ci sono lavoratori con delle invalidità o con delle limitazioni prescritte dal medico competente che vengono lasciati da soli in turni, un caso eclatante è quello della Cucina dove si trova ad operare una sola cuoca per turno che deve provvedere anche a scaricare le merci che arrivano;

Ci viene riferito che, per responsabilità di questo malessere organizzativo, nove anziani devono essere imboccati in venti minuti, altrimenti si rallenterebbe il pasto di quelli un po’ più autonomi,(50 persone che hanno ciascuno circa 40 minuti disponibili);

I lavoratori sono rammaricati dal fatto, di non potersi soffermare neanche più per una carezza verso questi vecchietti o ammalati, che invece, ne avrebbero tanto bisogno, non una parola, un gesto, non c’è tempo, tutto deve scorrere attraverso la nuova organizzazione che ha come unico intento il risparmio e la quantità, non sicuro, la qualità e l’attenzione verso questi anziani che passano in quella struttura gli ultimi momenti della loro vita.

Concludiamo dicendo che, se non si troverà la giusta condizione, saremo costretti a bloccare straordinari, cambi turno, salti riposo, non vogliamo mettere a disagio l’utenza, ma facciamo tutto questo, proprio in tutela di ospiti e lavoratori, il benessere degli uni, è sempre legato a quello degli altri.

Alla Punto Service ricordiamo che, non ha a che fare con dei bulloni, e la struttura Chiappori non è una fabbrica, ma un luogo dove si accoglie si ospita e spesso si cura proprio come dovrebbe accadere in una vera famiglia».