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Complementi d’arredo: quando un oggetto è di design

28 giugno 2019 | 07:03
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Complementi d’arredo: quando un oggetto è di design

I complementi d’arredo sono tutti quegli “oggetti” che rispondono a forma e funzione che completano e danno personalità alla nostra casa

I complementi d’arredo sono tutti quegli “oggetti” che rispondono a forma e funzione che completano e danno personalità alla nostra casa. Qualche volta si pensa ai complementi immaginando oggetti meno utili e più estetici ma tra gli stessi troviamo sedie, tavolini, console, scrittoi, lampade, cuscini. Oggetti che rispondono ad una domanda non solo estetica ma funzionale. Potremmo quindi dire che il design è la risposta ad un bisogno attraverso un percorso che si snoda attraverso vincoli fisici, aspetti psicologici e culturali per dare le giuste risposte ai futuri utenti.

Quando siamo in presenza di un “buon design” questo è quasi invisibile. Design è un termine utilizzato e alcune volte interpretato in modo errato specialmente nella terminologia italiana. Si pensa e definisce il design come ad un prodotto di qualità, ricercato, con una forte connotazione estetica.

Nella lingua inglese per design si intende la progettazione e realizzazione con procedure prestabilite e ripetibili di oggetti per uno specifico uso. Può essere infatti design del prodotto, degli ambienti e degli spazi, della comunicazione. Sono definibili oggetti di design un giardino, un logo, una lampada, l’allestimento di una mostra, un’automobile. Quello che accomuna il tutto è la risposta ad un bisogno attraverso lo studio e l’analisi dei comportamenti delle persone, con l’obiettivo di creare oggetti che rispondono ad una funzione. Una sedia bella ma scomoda, un sito web piacevole graficamente ma poco funzionale, un ambiente dove l’estetica prevale sulla funzione, tutto questo può essere annoverato quale “cattivo design”.

Fare del buon design vuol dire soddisfare non solo esigenze tecniche, ergonomiche, produttive ma anche e soprattutto tener conto dell’esperienza utente e la qualità dell’interazione e come dicevamo prima, un buon design si nota davvero molto meno rispetto ad un “cattivo” design perchè risponde così bene ai molteplici bisogni delle persone da divenire invisibile. Possiamo quindi definire il design come uno strumento per risolvere attraverso il progetto i problemi che nascono dal fabbisogno e dalle esigenze delle persone migliorandone la qualità della vita. Pensiamo al design di una casa e nello specifico all’arredamento dove vengono utilizzati al meglio gli spazi, si provveda alla corretta illuminazione, si pensino soluzioni mutevoli e flessibili rispondendo ad una domanda in divenire.

Un esempio di design nel vero senso della parola è dato dallo stile nordico che attraverso la semplificazione, l’unione di estetica e funzionalità, un pizzico di ironia mette in atto e risponde a tutti gli elementi fondanti del design. Ma lo stile è diverso dal design? Possiamo dire che lo stile è un aspetto rassicurante dove proporzione, estetica, scelta del materiale rendono l’oggetto piacevole, soddisfacente, attraente ma non lo innovano.

Il design in questo supera lo stile e si pone quale veicolo di innovazione tra industria e fruitore finale che in questo caso potrà usare e godere oggetti durevoli, creati con cura, dal giusto prezzo.

Concludo con un consiglio a tutto campo dato attraverso le parole di Bruno Munari: “Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare“.

Paolo Tonelli

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