Dopo 143 anni Vallecrosia saluta le Figlie di Maria Ausiliatrice. Un centro Alzheimer al posto di scuola e collegio

13 giugno 2019 | 07:56
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Dopo 143 anni Vallecrosia saluta le Figlie di Maria Ausiliatrice. Un centro Alzheimer al posto di scuola e collegio
Dopo 143 anni Vallecrosia saluta le Figlie di Maria Ausiliatrice. Un centro Alzheimer al posto di scuola e collegio
Dopo 143 anni Vallecrosia saluta le Figlie di Maria Ausiliatrice. Un centro Alzheimer al posto di scuola e collegio
Dopo 143 anni Vallecrosia saluta le Figlie di Maria Ausiliatrice. Un centro Alzheimer al posto di scuola e collegio
Dopo 143 anni Vallecrosia saluta le Figlie di Maria Ausiliatrice. Un centro Alzheimer al posto di scuola e collegio
Dopo 143 anni Vallecrosia saluta le Figlie di Maria Ausiliatrice. Un centro Alzheimer al posto di scuola e collegio

Il racconto di suor Alba e il futuro della struttura

Vallecrosia. Dopo 143 anni le Figlie di Maria Ausiliatrice lasciano Vallecrosia. Quando arrivarono le suore, il 10 febbraio del 1876, in realtà si insediarono a Bordighera: la zona dove ora sorge la chiesa di Maria Ausiliatrice, con a lato l’ex collegio e la scuola, infatti, faceva ancora parte del Comune limitrofo. Vallecrosia era un piccolo borgo più a monte, l’attuale centro storico.

A raccontarlo, prima di lasciare definitivamente la struttura, è suor Alba, che insieme alle consorelle, domenica 9 giugno scorso, è stata protagonista di una giornata di festa che ha riunito amministratori comunali e tante generazioni di alunni: da chi ha i capelli bianchi a chi ancora cammina per mano di mamma e papà. Tutti studenti di una scuola che per quasi un secolo e mezzo ha formato soprattutto maestre.

«A chiedere a don Bosco di venire qui a Vallecrosia e portare anche un ordine femminile è stato il vescovo dell’epoca, monsignor Lorenzo Biale», racconta suor Alba. Era il 1876 e da diversi anni, ormai, l’unica presenza religiosa sul territorio era quella dei valdesi. Per ‘contrastare’ il dilagare del protestantesimo, il vescovo chiese dunque la presenza dei cattolici. Don Bosco aveva fondato, nel 1859, la ‘Società di San Francesco di Sales’, ovvero l’ordine dei sacerdoti salesiani. E nel 1872, per l’educazione femminile, le ‘Figlie di Maria Ausiliatrice’.

Don Bosco accolse l’invito e il 14 dicembre 1874 giunse per la prima volta a Vallecrosia, dove fu decisa la costruzione di scuole gratuite e di una chiesa. Il vescovo acquistò il terreno e nel 1876 le suore si insediarono in una collocazione provvisoria: casa Lavagnino. «Qui arrivarono, il 10 febbraio, 3 suore e tre salesiani – dice suor Alba – Dopo quattro anni viene costruita la parrocchia con i due istituti: quello maschile e quello femminile».

L’arrivo delle Figlie di Maria Ausiliatrice venne accolto con entusiasmo: «Dopo soli tre giorni – racconta la suora – c’erano già 49 ragazze che frequentavano l’oratorio e vennero aperte, in contemporanea, le prime tre classi delle scuole elementari».

La posa della prima pietra della nuova costruzione che diventerà poi il grande collegio-scuola avvenne il 7 marzo del 1880. Nel 1881, a distanza di un solo anno, 66 ragazze entravano già nei nuovi locali. Saranno le prime di centinaia e centinaia di giovani, che si affideranno all’istruzione cattolica delle religiose.

Per 143 anni le suore hanno gestito una struttura importante, che accoglieva la scuola materna, elementare, media e l’istituto magistrale, al quale poi negli anni si affiancarono anche il liceo psico-pedagogico e quello linguistico. Oltre alla scuola, nell’ampio edificio, erano presenti anche strutture per attività ricreative: la pallavolo e la ginnastica artistica, in grado di ospitare 100 ragazze.

Domenica, le studentesse hanno varcato per l’ultima volta il cancello della scuola. La proprietà, di dimensioni notevoli, è finita ora sotto lo sguardo interessato di una società che vorrebbe trasformarla in un cohousing: un insieme di alloggi privati e spazi comuni e condivisi dove ospitare anziani e, in modo particolare, malati di Alzheimer. Al posto del collegio, dove soggiornavano le studentesse, dovrebbe trovare posto una foresteria per ospitare i familiari dei degenti. La vicinanza dell’ospedale Saint Charles, che da ottobre passerà in via definitiva alla gestione dei privati, costituirebbe una sicurezza in più per anziani e malati. Al momento si tratta di un progetto, ma la società – dicono fonti interne al Comune – sarebbe molto interessata a concludere l’affare, trasformando così l’edificio in un fiore all’occhiello del turismo sanitario e garantendo almeno cento posti di lavoro sul territorio.