Targhe estere, Berrino e Fidanza (FdI): «Salvaguardare chi risiede in Italia, ma lavora oltreconfine»

7 maggio 2019 | 16:17
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Targhe estere, Berrino e Fidanza (FdI): «Salvaguardare chi risiede in Italia, ma lavora oltreconfine»

«Le nuove norme sulle auto con targa straniera sanzionano giustamente chi vuole eludere imposte e multe ma stanno creando problemi a chi risiede nelle provincie di confine»

“Le nuove norme sulle auto con targa straniera sanzionano giustamente chi vuole eludere imposte e multe ma stanno creando problemi a chi risiede nelle provincie di confine: chi negli anni ha immatricolato la propria vettura nei Paesi vicini oggi si troverebbe costretto o a trasferire la residenza all’estero oppure a pagare ingiustamente delle pesanti sanzioni e a tenere il veicolo fermo fino all’immatricolazione in Italia. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione al ministro Matteo Salvini per sapere quali misure intende adottare a tutela dei cittadini italiani che lavorano all’estero”. Lo annunciano il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Trasporti alla Camera Carlo Fidanza, primo firmatario dell’interrogazione, e il collega di partito Gianni Berrino, assessore regionale della Liguria, entrambi candidati alle elezioni europee.

“Il decreto Sicurezza riforma l’articolo 93 del codice della strada, vietando la circolazione con veicoli immatricolati all’estero a chi risiede in Italia da oltre 60 giorni – ricordano Fidanza e Berrino – prevedendo sanzioni da 712 a 2.848 euro e, se l’intestatario poi non si attiva per l’immatricolazione in Italia entro sei mesi, si arriva alla confisca amministrativa. Le nuove norme hanno giustamente lo scopo di sanzionare quegli individui che, pur vivendo e lavorando in Italia, utilizzano veicoli con targa straniera al fine di eludere il pagamento delle relative imposte, incontrando spesso agevolazioni sui premi assicurativi e riuscendo talvolta ad evitare la notifica di contestazioni non contestuali all’infrazione. Tuttavia questa norma sta creando numerosi disagi agli italiani che risiedono in Italia ma lavorano oltreconfine: chiediamo al Governo di intervenire per porre fine ad una situazione surreale esentando questi lavoratori da un provvedimento inutilmente punitivo”.