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Sanremo, Correnti: «Si tutelino i dipendenti del Casinò che vivono in uno stato di precariato perenne»

20 maggio 2019 | 15:54
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Sanremo, Correnti: «Si tutelino i dipendenti del Casinò che vivono in uno stato di precariato perenne»

Il candidato della lista “100 per 100 Sanremo” a sostegno delle dichiarazioni di Sergio Tommasini

Sanremo. Il candidato della lista “100 per 100 Sanremo – Sergio Tommasini Sindaco” Giampiero Correnti, ex responsabile del personale del Casinò di Sanremo, commenta quanto dichiarato dal candidato sindaco Sergio Tommasini relativamente al bisogno di stabilizzare i dipendenti delle società partecipate del Comune.

«La mia trentennale esperienza, maturata al Casinò di Sanremo, mi permette di fare alcune valutazioni riguardanti i dipendenti in somministrazione della casa da gioco:

1) da anni apportano il loro contributo lavorativo al fine di mantenere la corretta offerta di gioco e conseguentemente la tenuta delle entrate:
2) hanno maturato professionalità e conoscenza dei giochi;
3) hanno permesso di ampliare l’offerta del Casino con grandi tornei di poker
4) hanno permesso di mantenere servizi alla clientela e il funzionamento di alcuni uffici in carenza di organico;
5) nel 2018 il Casino ha effettuato chiamate per 3.631 giornate che equivalgono a circa 18 unità assunte a tempo pieno (o 36 a part-time), che sono costate circa euro 600.000,00 di cui il 38% è il compenso alla Società di somministrazione e lVA che l’Azienda non recupera.
6) I contributi relativi ai dipendenti a tempo determinato sono maggiorati rispetto a quelli pagati per i dipendenti a tempo indeterminato (decreto dignità del 2018) in modo proporzionale al tempo di impiego partendo dal più 1,4%.

Alla luce di quanto sopra e tenendo conto che da più anni la Casino SpA chiude i bilanci in attivo, risulta lampante che, non stabilizzando i dipendenti, si procura un danno agli stessi che vivono in uno stato di precariato perenne (si pensi alle difficoltà che incontrano per accedere al credito bancario o a dare garanzie per affittare un alloggio) e, anche, un danno al conto economico/finanziario della società, infatti, nell’anno 2018, si potevano risparmiare circa euro 160.000,00 di intermediazione e Iva (oltre al costo della maggiore contribuzione)» – afferma.