Imperia, concordato Rivieracqua: secondo piano di salvataggio stoppato dal tribunale

Chiesto dal Consorzio altro tempo al giudice
Imperia. Rivieracqua chiede altri 60 giorni al tribunale per definire i termini del concordato. Lo dice il presidente del consorzio dell’acqua pubblica all’uscita di Palazzo di giustizia dopo aver conferito col giudice delegato Silvana Oronzo.
«È necessario un ulteriore approfondimento – sostiene Mangiante – oltre al deposito di ulteriore documentazione. Abbiamo chiesto un termine al tribunale che ci conceda il tempo di elaborare questi documenti e presentare ulteriore documentazione, quali le delibere dei comuni per la parte che riguarda i documenti che sono strumentali al piano stesso e quelle che ineriscono allo Statuto di Rivieracqua».
«Faccio appello -prosegue Gian Alberto Mangiante – ai sindaci, anche se, purtroppo, questo periodo si intreccia con le elezioni che sicuramente non agevolano, perché bisogna attenderne l’esito. Di conseguenza tutti i procedimenti di carattere amministrativo sono sospesi alle avvenute elezioni e al voto elettorale».
Sulla questione Amat conclude Mangiante: «Uno degli approfondimenti riguarda proprio la posizione di Amat. Le percentuali del Piano, abbiamo fatto tanto perché possano essere elevate, come lo sono state, al 65 per cento che costituisce un’ottima percentuale in un ambito concordatario a favore dei creditori chirografari, e come tale non vorremmo assolutamente modificarle. Il nostro compito e il nostro obiettivo sarà proprio questo. Amat, non dobbiamo dimenticare, ha presentato una proposta di concordato, come Aiga come gestore cessato di cui noi non conosciamo perché non c’è stato posto nella nostra disponibilità».
Nel mese di febbraio i giudici avevano mostrato perplessità sul piano. Oggi, alla luce del tetto del 65 per cento, qual è la sensazione?
«Il tribunale non si è espresso in maniera oggettiva -conclude Mangiante – né avrebbe potuto farlo. Abbiamo approfondito alcuni aspetti, ci è stato chiesto di fare ulteriori riflessioni e integrazioni, e noi sulla base delle indicazioni da parte del tribunale così ci muoveremo perché il piano possa essere assolutamente completo e possa essere finalmente portato all’attenzione dell’adunanza dei creditori che ricordiamo è l’ultimo organo che poi dovrà pronunciarsi prima di arrivare all’omologa. Tutto sommato noi speriamo che questa omologa possa avvenire e sarebbe fondamentale, nel corso del corrente periodo».