Il principe Alberto di Monaco inaugura la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’

29 aprile 2019 | 21:13
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Il principe Alberto di Monaco inaugura la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’
Il principe Alberto di Monaco inaugura la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’
Il principe Alberto di Monaco inaugura la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’
Il principe Alberto di Monaco inaugura la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’
Il principe Alberto di Monaco inaugura la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’
Il principe Alberto di Monaco inaugura la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’

E’ il grande giorno della mostra-evento, visitabile fino al 31 luglio

Dolceacqua. E’ stato il principe Alberto II di Monaco a inaugurare la mostra ‘Monet, ritorno in Riviera’ con il classico taglio del nastro insieme ai sindaci Fulvio Gazzola (Dolceacqua) e Vittorio Ingenito (Bordighera), al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e al prefetto di Imperia, Alberto Intini.

Dopo aver visitato Villa Regina Margherita a Bordighera, che ospita una mostra curata da Marco Farotto e dedicata agli artisti dell’Ottocento che vissero e lavorarono a Bordighera, e l’opera “Vallée de Sasso. Effet de soleil”, capolavoro dell’artista impressionista Claude Monet proveniente dal Musèe Marmottan Monet di Parigi, sua altezza serenissima ha raggiunto il castello di Dolceacqua, custode, fino al 31 luglio 2019, di due tele di Monet: “Le Château de Dolceacqua”, anch’essa proveniente dal museo parigino, e “Monaco, vu de Roquebrune”, appartenente alla collezione privata dello stesso Alberto di Monaco.

Curatore della mostra è Aldo Jean Herlaut; il percorso espositivo è allestito a cura dell’Istituzione Mu.MA – Musei del Mare e delle Migrazioni di Genova, mentre la gestione e la promozione sono affidate alla Cooperativa Sistema Museo e a Omnia Società Cooperativa.

La mostra, promossa dai Comuni di Bordighera e di Dolceacqua con il sostegno della Regione Liguria, della Compagnia di San Paolo e di Permare s.r.l., sarà visitabile al pubblico fino al 31 luglio, con un unico biglietto per entrambe le sedi.

IL PROGETTO SCIENTIFICO

Il progetto di mostra prende avvio da due lettere significative scritte dallo stesso Monet, prima e dopo il suo viaggio in Riviera nel 1884.

Parigi 17 gennaio 1884
«Mio caro signor Durand,
(…) Parto pieno di ardore, ho l’impressione che farò cose meravigliose. Con tutta la mia devozione»

Bordighera, 25 marzo 1884
«(…) Non so se ciò che ho fatto è buono, non so più nulla, ho lavorato tanto, fatto tanti sforzi, che ne sono abbrutito. Se ne avessi la possibilità, vorrei cancellare tutto e ricominciare, perché bisogna vivere per un certo tempo in un paese per dipingerlo, bisogna averci lavorato con pena per arrivare a renderlo in modo sicuro; ma potremo mai essere soddisfatti di fronte alla Natura e soprattutto qui… Circondato da questa luce abbagliante, trovo la mia tavolozza ben modesta; l’Arte vorrebbe tonnellate d’oro e di diamanti. Infine, ho fatto ciò che ho potuto.
Forse, una volta rientrato a casa, mi ricorderà un po’ ciò che ho visto».

Due lettere, una alla partenza, piena di speranze e di entusiasmo, una al momento del ritorno, piena dei dubbi e dell’insoddisfazione dell’artista. Monet guarda al lavoro svolto e sente di non essere stato all’altezza della natura che ha trovato nella Riviera dei Fiori, da Bordighera a Dolceacqua, passando per le vallate e i sentieri, inseguendo la “luce” del Mediterraneo.
Oggi noi sappiamo, invece, che il periodo passato a Bordighera, dalla metà di gennaio all’inizio aprile del 1884, oltre a essere molto fecondo – produsse in tutto una quarantina di opere – gli permise di recuperare un entusiasmo che i dispiaceri vissuti negli anni precedenti sembravano avere cancellato e si può parlare, propriamente, di una “fase Bordighera” nel suo lungo itinerario artistico.

È per questo motivo che, 135 anni dopo quel viaggio e quel soggiorno, tornano a Bordighera e Dolceacqua tre dei dipinti di quella produzione, a testimonianza del percorso artistico del padre degli impressionisti (il cui nome deriva proprio da una tela, Impressione, levar del sole presentata alla prima mostra del movimento a Parigi, nel 1874), e contemporaneamente a ricordare il ruolo che a partire dall’ultimo scorcio dell’Ottocento assunse la Riviera dei Fiori, Bordighera e il suo territorio.
Un “paese fiabesco”, così lo descrive in una delle sue numerose lettere Monet. E in questo paese, Monet non si dà pace: «Io faccio un mestiere da cani e non risparmio i miei passi; salgo, poi ridiscendo e risalgo ancora. Tra uno studio e l’altro, come riposo, esploro ogni sentiero, sempre curioso di vedere cose nuove, così quando arriva sera, ne ho abbastanza».
Per Monet, i suoi dipinti sono “studi”, realizzati en plein air, secondo la tecnica messa a punto negli anni precedenti. E di solito il pittore non realizza una sola opera, ma ne inizia diverse contemporaneamente, portandole avanti insieme, un poco per volta, giocando sulla luce.

Da Bordighera, Monet, in una ventosa giornata di febbraio, sale a Dolceacqua, già oggetto di una gita la domenica precedente. L’artista è colpito dal fatto che “non si sentiva il vento grazie al riparo delle montagne”, e qui lavora a due opere contemporaneamente. «Il ponte è adorabile ed ero tranquillo e al caldo come in agosto, andrò dunque là finché durerà il vento, in modo da non perdere tempo e non tormentarmi». Nella stessa sera, Monet riceverà la visita di due pittori inglesi che risiedevano nella stessa Pension Anglaise. Claude è molto circospetto: “desideravano vedere ciò che ho fatto oggi in una seduta, tanto più che avevano visto il posto con me domenica. Non riescono a capacitarsi del fatto che sia riuscito a fare quei due motivi in un pomeriggio”.

Anche attraverso il pennello e la sensibilità tutta particolare di Claude Monet, Dolceacqua e Bordighera entrano in un immaginario di luoghi del “meraviglioso”, come Etretat, Giverny, Mentone…
Il viaggio di Monet è parte di un processo più grande, quello della scoperta, o forse meglio dell’invenzione della Riviera dei Fiori. La scoperta di un territorio povero e marginale per secoli e che, improvvisamente, a seguito dell’apertura della ferrovia Genova-Ventimiglia, avvenuta nel 1871, e Marsiglia-Ventimiglia, nel 1872, viene riconosciuto dalle élite europee come un’Arcadia nella quale, in particolare, svernare: e non è un caso che il viaggio di Monet si svolga proprio nel periodo prediletto per le vacanze in Riviera, tra gennaio ed aprile, quando nel resto del continente il freddo, la neve, la pioggia e la nebbia rendono l’inverno sgradevole e ostile.
Bordighera e il suo territorio, in quei mesi, si popola di un turismo variopinto e cosmopolita: sono tedeschi e inglesi soprattutto, perché scriverà lo stesso Monet, “i francesi non passano mai la frontiera”: tranne qualche eccezione, come l’architetto Garnier, il progettista dell’Opéra di Parigi, esponente di una cultura ufficiale da cui Monet si sente molto più che distante, anzi, opposto e che proprio a Bordighera ha una villa. Anche l’aristocrazia italiana è presente e ai massimi livelli: proprio nella cittadina arriva, a partire dal 1879, la Regina Margherita, sconvolta per l’attentato contro Umberto avvenuto a Napoli l’anno precedente. Da allora, quasi tutti gli anni, Margherita passava i mesi dalla primavera all’autunno a Bordighera. Prima come ospite in Villa Bishoffsheim, poi come proprietaria, trasformandola in Villa Etelinda, progettata proprio da Charles Garnier.

Claude Monet, insomma, incrocia un territorio particolare, che è insieme Arcadia, per la sua natura straordinaria, ma nello stesso tempo percorso e abitato dai personaggi della cultura europea del tempo, come Clarence Bicknell, Rafael Bischoffsheim, Frederic Von Kleudgen. E rappresenta anche una meta desiderata: la Regina Vittoria, proveniente da Mentone, visitò Bordighera nel 1882, arrivando sino a Capo Sant’Ampelio e decise di passarvi una vacanza negli anni successivi. Tutto fu organizzato per l’inverno del 1901, ma la guerra anglo-boera costrinse la sovrana a rinunciare al suo soggiorno.

È in questo sorprendente contesto che nasce la mostra “MONET, RITORNO IN RIVIERA”, nella rivisitazione di un’avventura artistica dove Claude Monet è protagonista insieme a un territorio straordinario che in quel tempo trova la sua vocazione, passando dalla periferia di una regione povera, la Liguria dell’Ottocento, a un luogo ambito del turismo e della cultura internazionale.

SCHEDA TECNICA

MONET, RITORNO IN RIVIERA
30 APRILE – 31 LUGLIO 2019

Sedi di mostra:
Villa Regina Margherita, BORDIGHERA – Via Romana, 34
Castello Doria, DOLCEACQUA – Via Castello

Orari di apertura:
Dal 30 aprile al 14 giugno tutti i giorni dalle 10.30 alle 18; dal 15 giugno al 31 luglio tutti i giorni dalle 10.30 alle 19.30. La biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario di chiusura.

Biglietteria:
BIGLIETTO INTERO € 9 – Consente la visita ad entrambe le sedi
BIGLIETTO RIDOTTO € 7 – Consente la visita ad entrambe le sedi
Gruppi di oltre 15 unità; convenzionati
GRATUITO
Ragazzi fino a 14 anni, giornalisti accreditati, guide turistiche nell’esercizio della loro attività
MONET CARD € 9
Riservata ai residenti dei comuni di Bordighera e Dolceacqua, consente il libero ingresso in entrambe le sedi di mostra per tutta la durata dell’evento. Sconto 10% sul catalogo.

Visite guidate:
1 SEDE € 80 + biglietto di ingresso
2 SEDI € 150 + biglietto di ingresso
VISITE GUIDATE GRUPPI SCOLASTICI € 5 a partecipante per ciascuna sede
Tariffe personalizzate per aperture straordinarie e itinerari nel territorio

INFO E PRENOTAZIONI
monet@sistemamuseo.it
www.monetinriviera.it