Festa della polizia a Imperia, il discorso del Questore
«Abbiamo lavorato senza soste nelle strade, implementando l’attività di prevenzione»
Imperia. Si è celebrata al Palazzetto dello Sport del capoluogo la tradizionale Festa della polizia nel 167° anno di fondazione.
Ecco il discorso del questore Cesare Capocasa, presente alla cerimonia: «Autorità, gentili ospiti, cari colleghi, signor Prefetto, benvenuto in questa provincia del ponente ligure a cui il mondo invidia il clima e le sue perle paesaggistiche. Le assicuriamo, nell’esercizio del suo delicato e sensibile ruolo di responsabile generale dell’ordine e della sicurezza pubblica, la nostra piena, costruttiva e leale collaborazione.
Eccellenze Reverendissime, grazie per l’attenzione che dedicate alla vita di noi poliziotti a sostegno del nostro lavoro quotidiano al servizio dei cittadini. Con spirito di sincera riconoscenza per la gente di questa terra meravigliosa, laboriosa ed onesta, abbiamo voluto organizzare , in occasione del 167° anniversario della Fondazione della Polizia,
grazie alla cortesia istituzionale del Signor Sindaco On.Dott.Claudio Scajola, una giornata che simboleggiasse la sintesi tra la nostra gloriosa istituzione e la cittadinanza, cementando lo stretto legame che, da sempre, ci unisce alla tanta parte buona di questa terra ; per questo abbiamo scelto la significativa cornice del palazzetto dello sport, luogo di inclusione sociale e di crescita educativa.
Sono trascorsi due anni dall’inizio del mio lavoro come Questore al servizio della provincia di Imperia e della sua gente ed oggi, ancor di più, avverto l’orgoglio di essere stato scelto per un così prestigioso incarico e la gravosa responsabilità di chi deve dare risposte adeguate e coerenti, in una realtà difficile e complessa anche, soprattutto, per le problematiche del territorio di frontiera terrestre più sensibile nel panorama italiano.
Mi sono lasciato guidare dall’istinto per profondere, insieme ai miei più stretti collaboratori ed in sinergia con tutti gli altri attori della sicurezza, gli amici dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della Capitaneria di Porto, del Corpo dei Vigili del Fuoco e delle Polizie Municipali, le mie migliori energie, la mia forza, la mia passione, il mio più profondo e assoluto impegno.
Noi poliziotti sentiamo di avere una ragione di esistere in quanto operiamo per gli altri, siamo al loro servizio, viviamo tra la gente, per la gente, cercando di dare il meglio di noi. Ed anche quando sbagliamo…non desideriamo alibi: è giusto che coloro che si rendono protagonisti di eccessi o di mancanze, a volte anche gravi, debbano, con rigore e fino in fondo risponderne: la trasparenza e la legittimità del nostro agire devono essere garanzia indefettibile per la democrazia del nostro paese.
Chi tradisce, infanga la divisa, chi non rispetta le leggi, chi prevarica i più deboli non è degno di indossare l’uniforme.
Solo così saremo credibili, solo così potremo alimentare quel clima di fiducia che ci ha consentito di raggiungere il 71,5% dei consensi degli italiani risultando l’Istituzione più amata.
Importanti e apprezzati sono stati i risultati che abbiamo conseguito nella gestione dell’ordine pubblico in occasione, in particolare, dell’operazione di sgombero dal greto del fiume Roja di circa 300 migranti e il successivo smantellamento di oltre 150 tende e manufatti di fortuna, una sorta di Calais italiana, che ha seguito di qualche mese l’intervento di allontanamento definitivo di circa 150 migranti insediatisi sotto i fornici del ponte ferroviario.
Operazioni precedute da una puntuale attività di informazione e sensibilizzazione svolta in sinergia con le associazioni di volontariato al fine di evitare contrapposizioni violente con ricadute negative sull’ordine e la sicurezza pubblica. La predisposizione di un attento , articolato e continuativo servizio di posizionamento e di controllo dell’area fluviale con quotidiane perlustrazioni appiedate, ha evitato il riformarsi della tendopoli abusiva e gli stazionamenti dei migranti irregolari a rischio continuo di forti tensioni interne, migliorando di fatto le condizioni di vivibilità e la percezione di sicurezza dei cittadini e degli operatori economici. Un vivo, sentito plauso rivolgo alla cittadinanza, in particolare agli abitanti del quartiere Gianchette, per l’equilibrio, il senso civico e la solidarietà dimostrate in questi difficili anni.
Ricordo ancora la manifestazione internazionale del 14 luglio, uno dei momenti cruciali dall’inizio dell’emergenza a Ventimiglia, che ha visto per la prima volta la partecipazione di circa 4000 persone, aderenti ai centri sociali, ai collettivi studenteschi e, in generale, al mondo dell’associazionismo italiano, francese e spagnolo, circa 70 sigle, sotto il controllo di delegati dell’organizzazione “Amnesty International”, il vero banco di prova del sistema sicurezza. La delicata, complessa, misurata negoziazione con i promotori ha consentito di gestire egregiamente il corteo che si è svolto in modo pacifico senza turbative per l’ordine pubblico.
Abbiamo lavorato senza soste nelle strade, implementando l’attività di prevenzione con le nostre Volanti e con gli equipaggi specializzati del Reparto Prevenzione Crimine, la prossimità e l’ascolto dei cittadini con il poliziotto di quartiere, accrescendo la presenza costante sul territorio, la nostra primaria mission, contribuendo a diminuire il numero complessivo dei reati a conferma di un trend di regressione del fenomeno criminale e ad elevare la percezione di sicurezza.
In questa ottica si evidenzia, in tutta la sua rilevanza, il controllo della regolarità della presenza degli stranieri rintracciati sul territorio nazionale o all’atto di farvi ingresso, compito primario delle Forze di Polizia e in primo luogo della Polizia di Stato, attraverso l’operato degli Uffici Immigrazione e della Polizia di Frontiera. Tale azione consegue la sua piena efficacia anche mediante una successiva ed effettiva attività di rimpatrio di coloro che non hanno titolo all’ingresso o a permanere nel nostro paese.
La questura di Imperia figura tra le prime venti, sia nel 2017 che nel 2018, per numero di provvedimenti emessi , complessivamente 666 , nonché per i rimpatri, 87, oltre a 61 persone accompagnate ai già Centri di Identificazione per l’Espulsione oggi C.P.R, in attesa di acquisire i documenti validi per l’espatrio. La maggior parte degli stranieri
irregolari allontanati annoveravano condanne o precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e la persona, considerati destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza pubblica e urbana; 6 erano a rischio radicalizzazione in quanto sospettati di aderire all’ideologia dell’Islam fondamentalista.
“Esserci sempre” è il tema della celebrazione odierna, lo spirito della nostra missione che esalta la costante vicinanza ai cittadini, la passione e la dedizione delle donne e degli uomini della Polizia di Stato che rinnovano il proprio impegno ed adeguano costantemente il proprio agire ai cambiamenti sociali a tutela della libertà dei cittadini.
Il vero spread è proprio quello tra le Istituzioni e la comunità : la credibilità delle Istituzioni il cui misuratore è l’assunzione delle responsabilità. La Polizia di Stato deve essere sempre presente a difesa delle libertà civili e dei diritti democratici costituzionalmente garantiti. Ci sono cose che non si fanno per coraggio , usava dire il valoroso Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Si fanno per poter guardare serenamente negli occhi “i propri figli e i figli dei propri figli”.
La distanza tra le Istituzioni e le comunità porta anche a un cortocircuito informativo e comunicativo in cui mentre l’Italia ha tassi di criminalità più bassi di altri Paesi, la percezione di insicurezza è alta: non si può rispondere con dati e statistiche. La polizia che amo è quella che sa intercettare i bisogni, le aspirazioni dei cittadini, che sa analizzare le situazioni di difficoltà e insicurezza, costruendo un rapporto di fiducia quotidiano con la comunità, per migliorare la qualità della convivenza civile, per creare e mantenere le condizioni per un’autentica tranquillità pubblica. Da una polizia dell’ordine ad una polizia al servizio dei cittadini.
In questo senso si inquadra l’impegno contro il bullismo e la sua forma più moderna e micidiale del cyberbullismo, contro la violenza di genere e l’odioso fenomeno delle truffe agli anziani. L’attività operativa e di indagine, pur coronata da efficaci risultati, non risulta sufficiente ad arginare fenomeni che richiedono un deciso cambiamento culturale, una rinnovata consapevolezza della loro centralità, in quanto indice significativo della civiltà di una società.
L’attività di informazione e sensibilizzazione è stata inserita tra i temi di promozione della legalità negli incontri nelle scuole e in occasione di manifestazioni, eventi, convegni, spettacoli teatrali, cortometraggi, realizzando un’azione sinergica tra tutti gli attori coinvolti con il fine di garantire lo scambio tempestivo di flussi “ “dedicati” di informazione, nonché la cura e il sostegno delle vittime. Abbiamo incontrato circa 6.000 studenti, contattato decine e decine di donne nell’ambito della campagna permanente “Questo non è amore” e diffuso in modo capillare sul territorio provinciale 80.000 brochure informative consapevoli che alcune fasce deboli, in primis, quella degli anziani, abbiano bisogno del materiale cartaceo per prendere cognizione e riflettere in ordine alle variegate problematiche attinenti alla loro sicurezza.
La testimonianza tangibile del percorso di prevenzione e di educazione alla legalità che ogni giorno cerchiamo di intraprendere in questa provincia, convinti che l’Autorità si esercita servendo. Con affetto, commozione e sincera gratitudine mi rivolgo alla mia gente, alle donne e agli uomini della Polizia di Stato della Questura, dei Commissariati e di tutte le articolazioni che operano in modo encomiabile in provincia: la Polizia Stradale, la Polizia di Frontiera, la Polizia Ferroviaria, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, il Centro di Cooperazione di Polizia e Dogana, al personale dell’Amministrazione civile e al nostro cappellano don Ivan.
Questa è la famiglia di cui orgogliosamente faccio parte, i compagni delle mie giornate di lavoro, persone che nella loro normalità svolgono un servizio straordinario per il paese, perché se si può essere “eroi per caso” , non si è mai “donne” e “uomini” e, conseguentemente, “buone poliziotte” e “buoni poliziotti” per caso.
Permettetemi di concludere questo intervento con le parole di un umanista e Santo martire della Verità, Tommaso Moro: “Signore dammi la forza di cambiare le cose che possono essere cambiate, la pazienza per sopportare quelle che non possono essere cambiate ma soprattutto l’intelligenza di sapere riconoscere e distinguere le une dalle altre”.
W la Polizia di Stato. W l’Italia».