Ventimiglia, in centinaia per l’addio a Marco Camperi. Gli amici: “Sei sempre stato il migliore di noi”






La passione per lo studio, il Milan, gli amici. “Eri testardo, facevi sempre di testa tua. Ma alla fine ti sei realizzato”
Ventimiglia. “Sei sempre stato il migliore di noi. E anche oggi lo hai dimostrato: siamo tutti qui per te”. Quattrocento persone hanno preso parte, stamani, ai funerali di Marco Camperi, 29 anni: morto la sera del 2 marzo in strada Ciaixe dopo essere stato travolto dalla propria auto. Aveva appena accompagnato un amico a casa.
Tantissimi gli amici del giovane, laureato alla Bocconi e impiegato in una banca di Vigevano, che si sono stretti intorno ai genitori di Marco, al fratello Matteo e alla fidanzata Irene nella chiesa della Natività di Maria Santissima a Roverino.
“Siamo qui per dare un saluto a Marco ma non un addio”, ha detto il parroco nella sua omelia, “Marco, che la morte ha strappato improvvisamente, con una brutalità che ci sorprende e ci stordisce come un fulmine in pieno giorno. […] Quando la morte sopravviene dopo lunga malattia prepara il malato e i parenti a rassegnarsi. Diversa è la morte improvvisa. Ci rapisce, ci stordisce. Arriva quel momento di tagliare quel legame di affetto fisico, umano. Ma l’amicizia, l’amore dureranno per sempre”.
“Vorrei dirti grazie”, ha dichiarato Simone Cassinelli, amico ed ex compagno di classe di Marco, “Grazie per aver fatto parte degli anni migliori della nostra vita. Grazie per essere stato un amico, un compagno. Grazie per tutte le volte che ho avuto bisogno e tu ci sei stato. Grazie per essere sempre stato te stesso e non essere cambiato mai”. Marco è stato descritto dagli amici come un ragazzo “genuino, integro, sincero, generoso e leale”. “Sei sempre stato il migliore di noi e anche oggi hai dato prova di esserlo. Siamo tutti qui dopo anni per quella pizza che non abbiamo più organizzato, per quel bicchiere che non abbiamo più bevuto. Siamo qui per abbracciare la tua famiglia e dirle che un piccolo pezzo di te vivrà per sempre in tutti noi. La tua VA”.
“Ciao Marco, ti ho scritto questo piccolo pensiero per ripercorrere i momenti felici con te”, ha aggiunto Stefano Fornara, un altro amico che, insieme a Dario Bergamo, ha parlato di Marco. Stefano, in particolare, ha ricordato il primo giorno delle superiori, quando Marco si è seduto vicino a lui. “Da quel primo giorno imparai a conoscerti. Ricordo ancora la prima verifica di matematica. Ti dissi: ‘Bravo Marco, hai preso otto’. E tu mi risposi: ‘Per me non è abbastanza’. Eri sempre sui libri, a studiare, a prendere appunti”. “Ci siamo poi ritrovati all’università. Ricordo un tuo colloquio: eri tutto elegante, con le scarpe da ginnastica allacciate con due grandi ‘orecchie’. Dicevi sempre: ‘La gente deve capire che ho Il mio stile ed è diverso dagli altri’. Eri testardo, facevi sempre di testa tua. Ma alla fine ti sei realizzato: ti sei laureato, hai trovato un buon lavoro e una bellissima ragazza”.
Decine i mazzi di fiori lasciati davanti alla chiesa: “Gli amici del Milan Club”, “I tuoi colleghi”, “Gli amici del vicolo”, “La tua bidella Viviana”, “Il rione delle Gianchette” e tanti altri ancora.
Poi un volo di palloncini, rosso e nero, i colori del Milan: una delle passioni di Marco. E una canzone: “Ti sento vivere”, degli 883, intonata attorno al feretro di Marco dagli amici stretti in un abbraccio. Un messaggio per dirgli che non sarà dimenticato, mai: “Vorrei dirti vorrei / Ti sento vivere / In tutto quello che faccio e non faccio ci sei / Mi sembra che tu sia qui, sempre / Vorrei dirti vorrei / Ti sento vivere / Dovunque guardo ci sei tu / Ogni discorso sempre tu / Ogni momento io ti sento sempre più”.