Sblocca cantieri, Domenico Marrella (Confael) a R24: «Puntare su edilizia popolare abitativa e vecchi mestieri»

21 marzo 2019 | 20:37
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Sblocca cantieri, Domenico Marrella (Confael) a R24: «Puntare su edilizia popolare abitativa e vecchi mestieri»
Sblocca cantieri, Domenico Marrella (Confael) a R24: «Puntare su edilizia popolare abitativa e vecchi mestieri»
Sblocca cantieri, Domenico Marrella (Confael) a R24: «Puntare su edilizia popolare abitativa e vecchi mestieri»
Sblocca cantieri, Domenico Marrella (Confael) a R24: «Puntare su edilizia popolare abitativa e vecchi mestieri»

«Il muro contro muro tra azienda e lavoratori deve cadere. Il lavoratore deve diventare parte attiva dell’azienda introducendo i contratti collettivi europei di lavoro»

Sanremo«La Confael, ConFederazione Autonoma Europea dei Lavoratori, è una confederazione che ormai è ai massimi livelli anche perché il professor Giuseppe Conte, primo ministro della Repubblica Italiana, ci ha convocato il 15 marzo scorso a Palazzo Chigi, nella sala verde, per parlare di una questione molto importante: gli sblocca cantieri per far ripartire l’edilizia nel paese» – afferma il segretario generale confederale della Confael Domenico Marrella ai microfoni di R24 riferendosi all’incontro verificatosi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dello Sviluppo Economico Di Maio, il ministro delle Infrastrutture Toninelli e i sindacati confederali e autonomi per un confronto preventivo sulle misure da adottare sul delicato tema delle opere pubbliche e del decreto sblocca cantieri.

«Noi come sindacato autonomo scevro da qualsiasi condizionamento politico, siamo il nuovo che avanza e siamo in contrapposizione a Cgil e Cisl Uil che hanno fatto il bello e il cattivo tempo nel novero delle parti sociali, che negli anni hanno cercato di essere, per così dire, non propositive come lo vorremo essere noi – dichiara durante la trasmissione di Renzo Balbo parlando dei punti fermi di Confael per far ripartire l’edilizia ligure e italiana – Noi abbiamo proposto cose molto concrete. Per prima cosa organizzare una giornata italiana su etica, legalità e antimafia perché deve esserci un nuovo rapporto tra istituzioni e amministratori locali anche perché devono essere rivisitate le regole di ingresso e di accesso a chi può già partecipare alle gare d’appalto.

Abbiamo detto “no” al subappalto e abbiamo fatto una proposta concreta su tre temi: uno aprire non solo alle opere pubbliche e a rimettere in circolo centinaia di migliaia di lavoratori e riavviare il mercato del lavoro e dell’economia per far crescere il Pil di questo paese. Innanzitutto aprire all’edilizia popolare abitativa, cioè far sì che ogni singolo proprietario, attraverso una campagna di sgravi e finanziamenti a fondo perduto, possa andare a riaprire i centri storici nel Mezzogiorno del paese, che ormai è stato abbandonato, per far sì che territorio, enogastronomia, turismo e ripresa dell’edilizia riattivino la tradizione italiana e il “Made in Italy” affinché siano al centro dell’Europa e del mondo. Le maestranze italiane e soprattutto i vecchi mestieri, che non ci sono più, dovrebbero essere al centro dei singoli centri periferici del Mezzogiorno. Abbiamo proposto di consentire anche ai cittadini di rimettere a nuovo le abitazioni vecchie, così riapriamo i centri storici e affianchiamo il turismo, cominciamo a fare delle progettazioni e a farci dare dei soldi dall’Europa per portare a scuola i ragazzi dove possano imparare i vecchi mestieri, che ci invidiano nel mondo, per poi metterli in rete e venderli nel mondo e far venire qui gli altri e portare delle ricchezze in Italia».

«In Liguria siamo presenti con una sede regionale rappresentata da Girolamo Burlando. In provincia di Genova abbiamo dieci strutture tra provinciali e uffici nelle varie zone. Su Imperia siamo a Diano Marina, a Sanremo stiamo per aprire una sede. Siamo ad Albenga e anche a Savona abbiamo avuto dei contatti per aprire una sede e siamo presenti a La Spezia e in altri comuni dello spezzino – dice parlando delle sedi liguri, tra le quali una a Sanremo e una a Diano Marina – Vari riconoscimenti e attestati di stima non solo da parte di istituzioni ma soprattutto da parte dei lavoratori ci portano a far sì che la confederazione sia vigile su quella che è la ricostruzione della famosa questione annosa che è successa con la calamità del ponte di Genova, ma noi con le istituzioni regionali e provinciali stiamo per aprire dei tavoli, perché anche in Liguria, la crisi si è fatta sentire, sono diminuite le prenotazioni e il turismo è diminuito. Confel farà perciò a breve una manifestazione a Genova con le imprese e con i datori di lavoro».

«Il muro contro muro tra azienda e lavoratori deve cadere. Il lavoratore deve diventare parte attiva dell’azienda anche in Italia, percepire gli utili dell’azienda. Ci deve essere questo nuovo sistema di redazione di flessibilità tra azienda e lavoratore dove il lavoratore deve essere il primo attore insieme all’azienda. Deve finire questa contrapposizione e poi basta utilizzare le norme – spiega parlando di come dovrebbero essere le condizioni del lavoratore in Italia – Utilizzare contratti aziendali di secondo livello, mettere in busta paga le persone e ricordarci della meritocrazia: lavori, produci e perciò ti devo premiare. Noi siamo per abolire i contratti collettivi nazionali di lavoro. Noi siamo per l’introduzione dei contratti collettivi europei di lavoro, in modo che gli stipendi e le retribuzioni siano uguali per tutti gli stati, visto che l’Europa è unica, tutti usano la stessa moneta, ma gli stipendi sono tutti diversi. Quindi le grandi maestranze rimarrebbero in Italia per far sì che i grandi cervelli, gli studiosi che abbiamo, invece di andare all’estero potrebbero rimanere in Italia e nello specifico in Liguria».