“Restart”, è uscito il brano musicale del ventimigliese Martin Bruno: “Una testimonianza per molti giovani”

2 marzo 2019 | 16:10
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“Restart”, è uscito il brano musicale del ventimigliese Martin Bruno: “Una testimonianza per molti giovani”

Espone i problemi adolescenziali che spesso portano a cattive soluzioni

Ventimiglia. Il 28 febbraio è uscito su tutti i digital store il brano musicale del ventimigliese Martin Bruno.

“Sono un ragazzo che ha la passione per la musica fin da piccolo: all’età di 14 anni ho deciso di iniziare a scrivere poesie ma presto però, ho sentito l’esigenza di musicarle e cantarle. Così è iniziato il mio percorso artistico. Con il tempo ho raffinato il mio ascolto musicale, ho studiato ed ho conosciuto persone che mi hanno dato una mano nel bene e nel male e così sono cresciuto artisticamente: oggi finalmente vedo i primi tangibili risultati. Non è stato semplice ma ci sono riuscito: all’inizio nessuno credeva in me ma io ho continuato a lottare per ciò che amavo fare” – racconta Martin Bruno.

Che tipo di interprete ti consideri?

“Oggi mi posso considerare un “Rapper Diverso”, nel senso che non mi occupo del classico rap ma di un rap più melodico e personale: ovviamente non mi considero “Eminem”! Sono cosciente che ho ancora molto da imparare”.

Quali sono gli argomenti più ricorrenti nelle tue song?

“Nelle canzoni parlo del mio passato e dei problemi che ho avuto come ad esempio i rapporti di amicizia, i rapporti con i miei genitori ma racconto anche i miei periodi bui. In alcuni brani pero’ parlo anche di storie d’amore”.

Si potrebbe dire che la tua musica ha una funzione sociale?

“Certamente: quello che racconto nei miei pezzo voglio che sia una testimonianza per i miei coetanei e per gli adolescenti e attraverso le mie parole spero che si possano fare delle riflessioni positive.
Infatti nelle canzoni racconto quelle che sono state le mie esperienze: con l’ uso di droghe leggere, ad esempio, stavo per distruggere la mia vita ed il mio futuro con le mie stesse mani. Ci tengo a precisare che non fumavo gli spinelli per “moda” ma per colmare un vuoto dentro e nascondermi dietro al fumo quindi per non vedere la realtà e stare rinchiuso nel mio mondo. Questo mi ha portato a cambiare molto ma in peggio, a perdere le persone che amavo di più al mondo ma sopratutto a perdere me stesso a non trovare un’uscita, una luce che mi guidava per scappare via. Grazie all’aiuto dei miei genitori, a sedute da psicologi, a dialoghi di molte ore con persone adulte che da adolescenti hanno passato una storia simile, sono contento di esserne uscito e guardare la vita diversamente e come si può notare nelle mie canzoni metto sempre una luce di speranza quella che mi ha salvato”.

Quale percentuale hanno nelle tua canzoni le tematiche sociali e quanto quelle relative alla tua interiorità?

“Non saprei dire esattamente una percentuale, io scrivo un tutt’uno, quello che ho passato e dove sicuramente molte altre persone si possono immedesimare”.

Martin Bruno: sei alla tua prima produzione. A chi la dedichi?

“La mia prima produzione la dedico alle persone che mi hanno supportato e creduto in me. In particolare è doveroso ringraziare la persona che ha reso possibile il mio primo album: il produttore Carlo Cori, prematuramente scomparso recentemente”.

Il tuo pensiero sui “Talent”.

“Penso che i talent siano tutti negativi, dal primo all’ultimo. Secondo me ci sono in ballo troppi interessi“.

Sei giovanissimo: come vedi la tua vita artistica tra venti anni?

“Tra 20 anni vorrei essere molto conosciuto ma per ora voglio vivermi al meglio il presente e dare il massimo giorno per giorno”.

Qual è il tuo sogno?

“Il mio sogno è quello di poter cantare su un palco con migliaia di persone che mi ascoltano e cantano le mie canzoni insieme a me: secondo me non esiste emozione e sensazione più bella di questa”.

Con quale artista ti piacerebbe realizzare un featuring?

“Ci sono molti artisti con cui mi piacerebbe collaborare: fra tanti Gionnyscandal, Irama, Izi e molti altri”.

Una tua promessa.

“Prometto che continuerò a dare il massimo di me”.