Come cambia la sanità imperiese, dalla privatizzazione del Saint Charles all’ospedale unico di Taggia

21 marzo 2019 | 17:55
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Ospite di R24 il direttore dell’Asl 1 Imperiese Marco Damonte Prioli

Sanremo. Se l’iter dell’ospedale unico fosse andato avanti nel 2008, quando fu presentato il primo piano di riorganizzazione dei presidi sanitari imperiesi, oggi ci troveremmo al punto di inaugurarlo. Invece, solo lo scorso 11 febbraio è arrivato il via libera all’unanimità da parte dei sindaci della provincia al progetto che dovrebbe portare tra alcuni anni alla realizzazione di un nuovo nosocomio di ultima generazione a Taggia, nell’area a monte della nuova stazione dei treni.

La struttura baricentrica sarebbe il “tassello fondamentale” – come l’ha definita il direttore dell’Asl1 Marco Damonte Prioli, ospite in diretta a R24 – della più ampia riorganizzazione su cui l’azienda sanitaria sta lavorando da tempo. Una riorganizzazione pensata per avvicinare l’assistenza di primo livello al cittadino (visite mediche, consultori, radiologie) con i palasalute e fornire al contrario le cure di secondo livello (operazioni e servizi specialistici) nella futura sede centralizzata. Per non lasciare scoperto il territorio intemelio, è stato “salvato” il Saint Charles di Bordighera che per i prossimi dodici anni (7+5) viene dato in gestione ai privati.

Ma a che punto siamo? Dei due palasalute, quello di Imperia è entrato in funzione nel corso del 2018, mentre quello della Città dei Fiori attende di essere completato. La ditta che doveva portare a termine i lavori del cantiere di via San Francesco è fallita, ed è in corso una contrattazione tra l’Asl e i curatori fallimentari che potrebbe, nel breve periodo, portare ad un accordo. La speranza di Prioli è quella di aprire il presidio sanitario entro la fine dell’anno, al massimo nei primi mesi del 2019.

Discorso diverso invece per il Saint Charles, affidato dalla giunta regionale all’associazione temporanea d’impresa composta dalla Maria Cecilia Hospital (Cotignola, provincia di Ravenna) e l’Iclas (Rapallo). Il contratto tra l’ente pubblico e i privati è in fase di scrittura e la nuova gestione dovrebbe subentrare prima dell’estate.


(La prima parte dell’intervista)

Un altro capitolo è l’ospedale unico. Progetto-miraggio da 500 posti letto che, secondo le stime più favorevoli, potrebbe vedere la luce tra 6/7 anni, nel peggiore delle ipotesi fra 10. I fondi per finanziarlo sarebbero sicuri in parte, grazie all’aumento che il governo ha fatto sullo stanziamento alle Regioni per l’edilizia sanitaria. Alla Liguria dovrebbero arrivare circa 108 milioni di euro, non sufficienti per coprire l’intera spesa per il progetto di Taggia ma che fornirebbero una buona base per ipotizzare la costruzione con capitale pubblico. Il budget sarebbe, inevitabilmente, da integrare attraverso la cartolarizzazione delle strutture di pregio che oggi ospitano gli ospedali in funzione, ai quali aggiungere la direzione di Bussana.