Bordighera, studenti del Montale a convegno su sicurezza stradale. Comandante Satta: “Ragazzi, non siete immortali”

4 marzo 2019 | 13:38
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Bordighera, studenti del Montale a convegno su sicurezza stradale. Comandante Satta: “Ragazzi, non siete immortali”
Bordighera, studenti del Montale a convegno su sicurezza stradale. Comandante Satta: “Ragazzi, non siete immortali”
Bordighera, studenti del Montale a convegno su sicurezza stradale. Comandante Satta: “Ragazzi, non siete immortali”
Bordighera, studenti del Montale a convegno su sicurezza stradale. Comandante Satta: “Ragazzi, non siete immortali”
Bordighera, studenti del Montale a convegno su sicurezza stradale. Comandante Satta: “Ragazzi, non siete immortali”
Bordighera, studenti del Montale a convegno su sicurezza stradale. Comandante Satta: “Ragazzi, non siete immortali”

Organizzato dall’amministrazione Ingenito per sensibilizzare i più giovani

Bordighera. “Alla vostra età si pensa di essere immortali, ma non è così”. A dirlo, davanti a oltre 300 studenti dell’istituto Montale di Bordighera, è il comandante della polizia locale Attilio Satta che ha introdotto, insieme al sindaco Vittorio Ingenito, un convegno al Palazzo del Parco dedicato ai giovani e incentrato su sicurezza stradale e protezione civile.

Un incontro, voluto dall’amministrazione comunale, per sensibilizzare i più giovani sui pericoli che ogni giorno si incontrano sulla strada e per istruirli su cosa fare in caso di terremoti o eventi calamitosi che potrebbero mettere a repentaglio le loro vite. “Vogliamo dare ai ragazzi la consapevolezza di quanto è importante rispettare tutte le norme del codice della strada”, ha detto il sindaco, “Ma siamo qui anche per spiegare ai ragazzi perché il Comune ha scelto di istituire una “zona 30″ e installare dei velobox”. Misure, queste, che in pochi mesi hanno già portato riscontri positivi, come la diminuzione delle velocità registrate in presenza delle temute colonnine arancioni. “Dati statistici che arrivano dal nord Europa”, aggiunge Ingenito, “Dimostrano che dopo un anno dall’istituzione della ‘zona 30’ gli incidenti diminuiscono del 42 per cento”.

Entrando nel vivo dell’incontro, il comandante Satta ha portato ai ragazzi presenti l’esempio di un loro coetaneo, il 14enne Leonardo P., che il 21 febbraio scorso ha riportato gravi ferite schiantandosi contro un Piaggio Porter mentre viaggiava in sella al proprio scooter a Bordighera: “Andava a 60 chilometri orari: se fosse andato a 50 non avrebbe riportato il grave danno alla coscia. Inoltre, se non avesse indossato il casco integrale, avrebbe perso metà della faccia”. “Quando vi fermiamo non lo facciamo perché siamo cattivi o vogliamo rompervi le scatole”, ha aggiunto Satta, che ha inoltre ricordato come i motorini “elaborati” per viaggiare a velocità maggiori di quelle previste dalla loro cilindrata non sono coperti da assicurazione, “per cui in caso di gravi incidenti, per un risarcimento danni, si rifarebbero sulle vostre famiglie, sui vostri genitori”.

I dati. In Italia, ogni giorno, si verificano 617 incidenti stradali con 860 feriti e 15 morti. Sono i dati riferiti da un responsabile della campagna Attenta-Mente, nata dalla collaborazione tra la Fondazione Asaps per la sicurezza stradale e NoiSicuri Project, che ha il compito di sensibilizzare soprattutto i più giovani sui pericoli della strada.

Velocità, comportamenti errati e soprattutto distrazioni: sono queste le maggiori cause di incidenti stradali, prima causa di morte per le persone sotto i 40 anni. Un dato che sale in modo allarmante quando l’età si abbassa: oltre il 50 per cento della causa di mortalità per i giovani sotto i 18 anni è la strada. Secondo uno studio americano (Identication of driver errors condotto da Wierville) l’uomo è per il 65 per cento dei casi responsabile dell’incidente. L’ambiente e il veicolo influiscono per altri 2 per cento ciascuno. La restante percentuale è data dall’insieme dei fattori.

Incisive le testimonianze di alcuni giovani, paraplegici dopo un grave incidente. Il loro racconto, raccolto in una serie di video, è stato mostrato ai ragazzi in sala. “La città è pericolosa in ogni caso, anche se sei il miglior pilota”, dice Maximillian, 18 anni, su una sedia a rotelle dopo un incidente con la sua moto, una 125. “Erano le cinque di pomeriggio. Andavo sessanta all’ora, ma un’auto mi ha urtato il gomito con lo specchietto. Avevo la tuta e il casco, ma la schiena si è rotta lo stesso”. Un destino, il suo, condiviso con tanti altri giovani. Quelli “fortunati”, di poter raccontare il loro incidente.