Sanremo, tragico frontale in Aurelia Bis a doppio senso. Ricostruzione della dinamica e possibili cause



Con quello di ieri salgono a 5 i morti in incidente stradale nei tratti di tangenziale a doppio senso
Sanremo. C’è forse un malore o una fatale disattenzione alla base del tremendo incidente stradale che, ieri mattina, è costato la vita al 69enne Gian Paolo Scolesi. Secondo una prima ricostruzione effettuata dalla polizia municipale, erano circa le 10 nel tratto a doppio senso di Aurelia Bis tra San Lazzaro e Sanremo Centro quando la Toyota Yaris rossa condotta da una donna di 51 anni che viaggiava in direzione levante è uscita dal controllo di chi era al volante.
Nel lungo tratto di curva semiaperta, il veicolo ha sbandato a destra per poi impattare con le ruote di destra contro il marciapiede del tunnel. Nell’urto gli pneumatici sono esplosi e l’automobile è rientrata verso l’opposta corsia, dove in quel momento sopraggiungeva la Fiat 600 con a bordo Scolesi. L’impatto frontale è stato violentissimo, tanto da scagliare l’utilitaria torinese contro il muro della galleria. Il tutto è durato una manciata di secondi.
In questo caso, nel grado di distruzione dei due veicoli, ha giocato una parte fondamentale la modernità o meno del progetto delle vetture coinvolte. La giapponese, immatricolata nel 2016 e frutto di una concezione automobilistica più recente, ha sì il cofano accartocciato, ma grazie alla deformazione controllata della cellula e l’esplosione di sei airbag la donna al volante è uscita quasi indenne dallo schianto, tanto da essere dimessa dal pronto soccorso poche ore dopo l’incidente. E’ anche indagata, come atto dovuto, per omicidio stradale.
LA YARIS

Purtroppo non altrettanto si può dire della 600 e del suo guidatore. L’auto in questione, immatricolata nel 2003 e derivante dal progetto quasi trentennale della “nuova” Fiat 500 dei primi anni ’90 dello scorso secolo, si è letteralmente disgregata, trasformandosi in una trappola di lamiere contorte, senza airbag di sorta e con una cellula che ha fatto di tutto tranne proteggere chi era all’interno del veicolo, con il risultato dell’immediata morte del povero Scolesi.
LA 600

Per quanto riguarda la velocità di entrambi i veicoli, non esistendo tracce di frenata o rilevamenti, questa non può essere stabilita con esattezza. Quel che è certo è che la velocità segnata dal tachimetro della 600 (140 km/h) non è assolutamente attendibile, dal momento che il contachilometri di quella Fiat è meccanico e può essere stato sicuramente sballato dall’impatto.
Quello che è altrettanto certo, inoltre, è che quel tratto di Aurelia Bis a doppio senso sta diventando una specie di trappola mortale per gli utenti della strada. Dal giorno della sua inaugurazione, il 20 giugno del 2011, sono stati ben 5 i morti in incidente stradale, a fronte di “zero” per i tratti a doppio senso della tangenziale.
Ed è quindi quasi assolutamente certo che il “fattore doppio senso” abbia pesato (e forse peserà ancora) sul bilancio degli incidenti e delle loro vittime. In un tunnel dove i mezzi sfrecciano a 80 km/h uno vicino all’altro con direzione opposta è prevedibile che uno sbandamento in una corsia si possa trasformare in un ecatombe. Una soluzione efficace potrebbe essere quella di separare i due sensi di marcia con un bel “Jersey” alto almeno un metro e mezzo, per evitare che, in caso di incidente o perdita di controllo, uno o più mezzi possano coinvolgerne altri che viaggiano in direzione opposta.