Sanremo, “Controllori RT come la Gestapo”. La denuncia del partigiano Alfredo Schiavi

3 febbraio 2019 | 09:23
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Sanremo, “Controllori RT come la Gestapo”. La denuncia del partigiano Alfredo Schiavi
Sanremo, “Controllori RT come la Gestapo”. La denuncia del partigiano Alfredo Schiavi
Sanremo, “Controllori RT come la Gestapo”. La denuncia del partigiano Alfredo Schiavi

L’agire dei controllori è paragonato a quello dei più potenti e spietati apparati repressivi del Terzo Reich hitleriano

Sanremo. “Scendo dal bus proveniente da XXmiglia (salito alla Foce periferia ovest di Sanremo) presso l’autostazione di Sanremo… e siamo assaliti (11 occupanti il bus) da 4 controllori. Persino uno in divisa verde da Polizia Provinciale con tanto di etichetta orizzontale. “Controllo biglietti!” sento urlare. Corsa alle uscite da parte di un paio di extracomunitari ed altri due “bianchi”. Uno di questi due “extra” presenta (togliendolo dal portafoglio) il biglietto e lo porge. Il giovanottone (uno dei 4 di cui 2 a bordo e uno e l’altro per le due porte aperte) con barba nera ed alto, visiona il biglietto e constata che non è obliterato “Fuori i documenti!” gli urla. Prendo il mio e glielo presento. Lo osserva e constata che ho fatto il bravo. “Vai!” mi urla. Lo guardo e con grande grazia gli dico. “Scusi. Io sono lei… non tu!… e non si permetta di usare il tu a tutti”. Non l’avessi mai detto. In tale in divisa, era appena salito, mi affronta e mi dice “Cosa hai da dire? Documenti!”. Hai mi dico… qui sono arrivati quella della Gestapo hitleriana. Sbotto: “Per prima cosa è lei, e non tu, che deve farmi vedere il suo documento”. Me lo mostra e constato che è proprio della Gestapo hitleriana (era grande e grosso). A questo Gestapo si unisce un altro controllore con tanto di pass all’occhiello. “Venga con me in ufficio” mi dice… ed andiamo al deposito autisti. Giunti, rivolgendomi al Gestapo, gli spiego che nessuno, per Legge italiana, è obbligato ad avere documenti di identità in tasca. Mi guarda sorpreso… non lo sapeva, poverino. Mostro fotocopia C. I. al controllore del pass, il quale prende nota al bordo di un foglietto.  Esco seguito da una ventina e più di occhi. Mi fermo sulla porta e mi giro dicendo a tutti: “Quando guidate i bus osservate le paline che vi ricordano i 50 km orari… e così evitate di andare a 75/80 km orari e mettere in pericolo i passeggeri se vi capita di addormentarvi. Questo dovete fare, e non dare del tu a chiunque e a chi può essere vostro nonno”.

E’ il racconto-denuncia di Alfredo Schiavi, partigiano e storico 92enne, che la mattina del 1 febbraio è salito su un autobus della Riviera Trasporti per poi scendere alla fermata di piazza Colombo.

Secondo Schiavi, l’agire dei controllori della Riviera Trasporti, alle prese quotidianamente con passeggeri che salgono senza biglietto, è paragonabile a quello della Geheime Staatspolizei, comunemente conosciuta come Gestapo: la “polizia segreta di Stato”, ovvero uno dei più potenti e spietati apparati repressivi del Terzo Reich hitleriano, dotata di poteri illimitati, che nel 1946 venne dichiarata “organizzazione criminale” dal tribunale di Norimberga.