Restyling Porto Vecchio, Lagorio: “Investo su Sanremo perché ha un potenziale unico”
La parola all’imprenditore che insieme al Gruppo Azimut ha presentato il progetto scelto dalla giunta comunale
Un imprenditore che non ama la retorica e che crede fortemente nel potenziale di Sanremo. Walter Lagorio, il patron di Unogas Energia, ha trovato il consenso dell’amministrazione comunale per il suo restyling del Porto Vecchio. Il progetto, redatto dallo studio Calvi e presentato in collaborazione con il gruppo Azimut, è stato scelto tra altri due arrivati negli uffici di Palazzo Bellevue nel corso degli ultimi anni.
Un grande investimento su beni di proprietà pubblica di pregio che l’ente locale non è in grado di valorizzare, non estraneo alla storia imprenditoriale di quest’uomo che da 50 anni investe sul territorio della Riviera dei Fiori. Sempre lui, infatti, all’asta in una sfida al rialzo con Cassa Depositi e Prestiti, si era in passato aggiudicato l’edificio dell’ex tribunale di via Giusti, di cui a breve dovrebbero partire i lavori per trasformarlo in una residenza di lusso per anziani.
Palazzo di giustizia a parte, cosa ha spinto Lagorio ad accettare la scommessa di riqualificazione dell’antico scalo cittadino? Ce lo spiega in questa intervista insieme all’architetto Marco Calvi.
Lagorio, perché un progetto di riqualificazione dell’antico scalo cittadino?
Apparve sul giornale che il Comune aveva deciso di dare lo sfratto ai cantieri nautici: un fatto estremamente nuovo. Ci ho ragionato sopra qualche giorno e ho chiesto un incontro con il sindaco. Lavoro nella provincia di Imperia da quando avevo 18 anni e ho accumulato 50 anni di storia imprenditoriale onesta. In questo periodo di crisi penso che investire sul territorio sia la cosa giusta da fare.
Non sono innamorato di Sanremo e non mi piace la retorica, ma da imprenditore riconosco che questa cittàha un potenziale unico. Quanto al progetto, posso dire che siamo stati i primi ad avanzare una proposta e senza la nostra iniziativa nessuno si sarebbe mai sognato di fare altrettanto.
Eppure era ed è evidente la necessità: sono vent’anni che il Porto Vecchio è abbandonato a se stesso enon produce reddito. C’è bisogno di un intervento.
Ha avuto un contatto con il sindaco Biancheri prima della presentazione del progetto?
No, non lo conoscevo. Quando gli ho prospettato che avrei potuto pensare di presentare un project financing è tuttavia arrivata una risposta confortante: la riqualificazione del porto era tra i primi punti del suo mandato.
Architetto Calvi, al suo studio il compito di progetto alcune delle grandi opere destinate a stravolgere il centro di Sanremo. Insieme al Porto Vecchio, ad esempio, il mercato annonario. C’è un filo conduttore tra i due progetti?
Siamo dei tecnici, quando facciamo un progetto partiamo sempre da una cartina che mostra l’intero centro città, non solo la parte sulla quale interverremo. Di fatto, esiste una visione che lega i due progetti e che essenzialmente si fonda sulla volontà di restituire a Sanremo un centro più vivibile, capace di ricollegarsi in modo naturale al mare: avere un porto nel cuore della città, come Sanremo ha la fortuna di avere, è cosa rara.
Entrando nel dettaglio del progetto del Porto Vecchio…
Come diceva Walter, l’occasione si è presentata quando il Comune ha deciso di non rinnovare il contratto ai cantieri nautici e soprattutto quando è stata eliminata la ferrovia.
Quanto alla nostra idea, crediamo che Sanremo e il suo centro possano pienamente sposare la filosofia di un approdo turistico alla francese, quindi di uno spazio destinato allo scalo delle imbarcazioni dove possono convivere i circoli sportivi, i pescatori professionisti nonché le navi di lusso che danno lavoro.
Aggiungo che un nostro studio idraulico ha dimostrato che dopo i lavori di messa in sicurezza del torrente San Francesco è stata annullata la zona rossa, di conseguenza pure il tunnel sotterraneo in via Nino Bixio, che abbiamo previsto nel progetto e di cui è parte integrante, può diventare realtà.
L’Amministrazione ha chiesto alcune modifiche, anche importanti, sul piano economico-finanziario e su alcune opere da realizzare. Architetto Calvi, come pensate di accoglierle?
Stiamo rivedendo completamente il piano economico finanziario che era stato scritto oramai due anni fa. Per assolvere le richieste di mantenere piazzale Vesco a uso pubblico e di lasciare le concessioni in capo al Comune, i costi incideranno di alcuni milioni sul precedente Pef. Cifre alle quali si aggiungerà la spesa di tutte quelle opere in più richieste solo sulla parte marittima.
Il vostro progetto è stato ritenuto il più corrispondente all’interesse pubblico. Ma una volta accolte le prescrizioni, vi dovrete confrontare in una gara pubblica. Lagorio, cosa chiedete al Comune?
Che la gara tenga conto della solidità economica e della capacità del proponente di garantire una corretta gestione del porto. Bisogna avere le competenze per favorire un certo tipo di clientela e su questi punti di forza stiamo lavorando per rafforzare la nostra società.