M5S Liguria: “Non dare solo soldi allo spettacolo, ma anche alla cultura”. E tirano in ballo Sanremo

“Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’unica della nostra regione, si scopre che è mal pagata in barba all’eccellenza e all’innegabile professionalità dei suoi componenti” – dichiara il M5S Liguria
“A Toti & C. l’onore di sfilare a Sanremo per l’evento nazional-popolare tra amati red carpet e ambiti palchi d’onore. Alla cultura invece l’onere di andare avanti spedita e impeccabile nonostante gli esigui fondi regionali, scrive il Movimento 5 stelle Liguria.
L’Orchestra – senza la quale la grande kermesse canora di Sanremo non sarebbe tale – pare sia figlia di un dio minore. Chi segue lo spettacolo e ne commenta le impareggiabili meraviglie, vede solo i Frac e gli abiti lunghi, resta ammaliato dagli strumenti lucenti e dalla fusione del timbro sonoro di fiati, archi e percussioni… Ma non è oro tutto quel che luccica. Anzi. Non appena è calato il sipario, ecco che sono emerse puntuali le ombre e i malumori di chi non ha ricevuto il riconoscimento dovuto. E non stiamo discorrendo di concorrenti delusi. Parliamo piuttosto dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’unica della nostra regione fra le tredici Istituzioni Concertistico Orchestrali d’Italia: si scopre infatti che è mal pagata in barba all’eccellenza e all’innegabile professionalità dei suoi componenti.
Come MoVimento 5 Stelle Liguria ci siamo chiesti il perché di questa evidente anomalia, scoprendo che anche in questo comparto di (ammettiamolo) non difficile gestione, la Giunta Toti latita – dichiarano la capogruppo regionale Alice Salvatore e il consigliere regionale Marco De Ferrari, primi firmatari di due interpellanze dedicate e di prossima discussione -. E sì che non mancano gli strumenti legislativi. La Giunta Burlando, infatti, nel non lontano 2006, aveva dotato Regione Liguria di due norme ben precise: vale a dire le leggi regionali 33 (‘Testo Unico in materia di cultura’) e 34 (‘Disciplina degli interventi regionali di promozione dello spettacolo dal vivo’) del 31 ottobre 2006, secondo le quali all’inizio di ogni legislatura, entro sei mesi dall’insediamento, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale-Assemblea legislativa della Liguria sia il Piano pluriennale regionale di valorizzazione culturale, sia il Piano pluriennale regionale dello spettacolo dal vivo, che definisce gli obiettivi strategici e le politiche da realizzare nella legislatura, indicando le priorità di intervento”.
“Dall’insediamento sono passati ormai quasi 4 anni ma del piano nemmeno l’ombra – dichiara Salvatore -. E mancando un piano, non c’è né valorizzazione, né promozione, né sostegno. Regione Liguria fa poco o niente e quando fa non va oltre le poche briciole. Nello specifico, in ottemperanza (si fa per dire) alla legge 33, eroga appena 15.000 euro al solo ILSREC-Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea Raimondo Ricci di Genova; e solamente 89.995,00 euro all’Orchestra Sinfonica di Sanremo, cifra esigua che impedisce la valorizzazione dell’orchestra ligure e per di più ridicola se confrontata con quanto invece eroga il solo Comune di Sanremo, che riesce in autonomia a destinare alla Fondazione dell’Orchestra un finanziamento pari a 900.000 euro”.
“Per questi motivi, abbiamo depositato due interpellanze con le quali chiediamo alla Giunta Toti per quale motivo, entro sei mesi dall’insediamento nell’ormai lontano 2015, non abbia presentato al Consiglio regionale-Assemblea legislativa della Liguria tanto il Piano pluriennale regionale di valorizzazione culturale, quanto il Piano pluriennale regionale dello spettacolo dal vivo, né l’abbia mai presentato ad oggi! Al presidente Toti e all’Assessore Cavo chiediamo anche la ragione per la quale non abbia erogato contributi annuali o pluriennali a ciascuna delle Istituzioni di interesse regionale iscritte nel registro e infine, per quanto riguarda l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, perché abbia erogato appena un decimo di quanto invece erogato dal Comune di Sanremo”.
Concludono dicendo – Non basta calcare tronfi i palcoscenici e spendersi in elogi: la cultura ha bisogno di sostegno, promozione, valorizzazione e finanziamenti degni di questo nome. Delle sole belle parole se ne fa ben poco“.