L’imperiese Giulia Quaranta Provenzano celebra l’amore alla Milano Art Gallery

12 febbraio 2019 | 16:43
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L’imperiese Giulia Quaranta Provenzano celebra l’amore alla Milano Art Gallery

Padrino della mostra sarà il professor Francesco Alberoni

Imperia. Dal 13 febbraio al 7 marzo 2019 la tela “Iesus” della fotografa d’arte imperiese Giulia Quaranta Provenzano sarà in esposizione allo Spazio Culturale Milano Art Gallery, in via Ampère 102 a Milano.

Padrino della prestigiosa mostra Amore nell’Arte, il professor Francesco Alberoni che presenterà inoltre il suo nuovo libro “Amore mio come sei cambiato” (Edizioni Piemme).

Giulia, lei cosa pensa dell’amore?

“Io penso che cercare di definire l’Amore sia un’impresa colossale, sovrumana: esso ha molte declinazioni ed esiste, quale quella omnicomprensiva? Lo scorso anno ho pubblicato una breve raccolta poetica intitolata “L’Amore è…” con Articoli Liberi, diffusione gratuita nelle scuole per il 2018/2019. Lì vi è un mio componimento, “Ti amo”, che ben chiarifica la mia posizione. I versi: ‘L’Amore esiste solo/ in
Poesia. Quando senza chiedere/ perché sento che Ti voglio./ Incarnato l’amore è mezzo/ e più non sono buona/ Ma qui Ti amo,/ Ti amo alla follia’”.

“Iesus” che attinenza ha con la tematica della Collettiva milanese?

““Iesus” è uno scatto che sulle prime lascerà fortemente sbalorditi ed attoniti gli osservatori. Non è un’immagine che raffigura l’Amore nella sua veste più comune e largamente commerciale, ma di certo secondo quella della tradizione italiana – e non solo – sì (l’identità storico-culturale del nostro paese è legata alla religione ed altresì al suo monopolio secolare.) Alcuni pragmatisti forse sosteranno che questa fotografia d’arte sia esaltante la violenza, la crudeltà, la tortura quale similmente quella commessa durante l’Impero Romano su Gesù. Non è tuttavia così, al contrario! Per chi ha fede Cristo è il simbolo dell’amore incondizionato per l’umanità ed io ho, in quest’occasione, voluto “assecondare” codesto credo. La mia foto ritrae il figlio di Dio in rosso, colore simbolo del sangue e della Passione.
Passione qui quale il più potente amore per gli uomini e le donne di tutti i tempi, che può elevarli verso il Superiore. Intorno e sopra “Iesus” infatti di nuovo il rosso, ascendente, a conferma di quanto da me appena affermato. Se il rosso fosse stato ivi assurdo invito o “consenso” alla crocifissione in quanto pena atroce e terribile, senza un messaggio di speranza per la terra, vi sarebbe stata una colata verso il
basso o un’omogeneità senza moti verso il superiore, viola. Viola che rappresenta il mistero (della Resurrezione e dell’esistenza dopo la morte terrena), viola il quale indica spiritualità e lo spostamento verso la trascendenza – viola valore medio tra terra e cielo promesso a coloro che credono”.

Qual è il pensiero della Quaranta Provenzano a proposito della religione?

“Innanzitutto credo che gli esseri umani debbano essere riguardosi gli uni degli altri. Le diverse fedi connotano, come prima affermato, l’identità storica e culturale delle differenti nazioni e sono dunque “archivi” sociali perciò vanno salvaguardate e devono trattarsi vicendevolmente con rispetto, per lo meno fino a che non si inficia la dignità e i diritti altrui. Oggi si vive sempre più spesso in realtà caratterizzate da un variegato pluralismo di culto e ciò sovente scatena le peggior cose – complice la
manipolazione politica, per “portare acqua al proprio mulino”, del momento. Il mio augurio è semplicemente che, in quanto italiana, il mio paese non ceda a ricatti di sorta, a organizzazioni criminali che controllano interi territori. I mass media poi sono quelli che principalmente indirizzano l’attenzione e focalizzarsi o ignorare certe situazioni potrebbe ingigantire od oscurare certi problemi. I grandi problemi vanno denunciati dalla parte lesa, ma soprattutto risolti da chi governa e ha potere…La religione non deve essere una “grana”!; quando ciò si verifica l’opposizione deve farsi sentire ed i governanti agire per la democrazia”.