Il futurismo compie 120 anni passando anche da Sanremo con “Farfa”, l’artista sepolto al Monumentale della Foce



Al secolo Vittorio Osvaldo Tommasini è stato cartellonista, ceramista, fotografo e poeta
Sanremo. Oggi sono trascorsi 120 anni esatti dalla pubblicazione del “Manifesto Futurista”. Era infatti il 20 febbraio del 1909 quando questo comparve sul giornale parigino “Le Figarò” ed da quel giorno l’arte mondiale, entrando in simbiosi con il roboante progresso scientifico dell’epoca, accellerò verso nuovi orizzonti, passando anche per la Città dei Fiori.
Uno dei più genuini esponenti italiani del movimento che, proprio dal Belpaese, era partito ed aveva poi coinvolto il mondo, ha passato gli ultimi anni di vita ed è morto in città. “Farfa”, detto non a caso “il futurista” ed al secolo Vittorio Osvaldo Tommasini, è sepolto nel cimitero monumentale della Foce.
E’ lì dal 1964, dopo essere deceduto 85enne all’ospedale Borea dove era ricoverato perché ferito dopo l’investimento da parte di un non meglio precisato “veicolo a motore”, vittima di quella modernità meccanica che lui stesso aveva celebrato.
Non dimentichiamo che Farfa, dopo essere stato tra le figure di spicco del Futurismo come cartellonista, ceramista, fotografo e poeta, fu riscoperto, quando era ormai anziano, dagli intellettuali aderenti al movimento della Patafisica, che vedeva suoi fautori in Francia Raymond Queneau e Boris Vian ed in Italia Sandro Baj ed un giovane Umberto Eco (più recentemente anche dal poeta Edoardo Sanguineti): da loro Farfa fu eletto Magnifico Rettore dell’Istituto milanese un paio d’anni prima della tragica scomparsa.