Decreto Salvini, l’assessore Antonio Gagliano a Piana: «Perde tempo ad attaccarmi invece che lavorare in Regione»
Il presidente del Consiglio regionale Piana aveva attaccato Gagliano sulle sue critiche al pacchetto Sicurezza
Imperia. L’assessore alla Viabilità e alla Sicurezza Antonio Gagliano replica al presidente del Consiglio regionale Alessandro Piana a proposito della querelle sul decreto che porta la firma del ministro dell’Interno Matteo Salvini e sull’assunzione di nuovi vigili.
«Piana – dice Gagliano – ha compiuto il più classico degli scivoloni. Come sanno bene gli imperiesi, è mia abitudine lavorare a testa bassa e non rispondere alle polemiche, tanto più quando sono sterili. Tuttavia, se queste vengono da chi riveste incarichi istituzionali di rilievo, allora è giusto replicare. È giusto che la gente conosca il livello di certi governanti. Piana mi attacca per le critiche che, come moltissimi altri amministratori in Italia, avevo mosso al decreto Sicurezza, nella parte in cui prevedeva di mettere migliaia di stranieri senza lavoro e senza documenti in mezzo a una strada, con tutti gli evidenti rischi per la sicurezza. Secondo lui, il fatto che oggi io proponga di attingere alle possibilità concesse dalla legge di assumere componenti della Polizia municipale sarebbe motivo di incoerenza. Non è evidentemente così: in entrambi i casi quello che ho detto, e che ribadisco, l’ho detto nell’interesse della sicurezza della comunità imperiese».
«Semmai – conclude l’assessore della giunta Scajola – è il decreto Sicurezza che, in origine, risultava incoerente con le sue finalità, tralasciando le esigenze degli Enti locali. L’articolo per il potenziamento della Polizia municipale, che oggi vorremmo utilizzare, è il 35 bis. Questo articolo non era stato previsto inizialmente dal ministro dell’Interno ed è stato aggiunto solo in seguito con un emendamento, dopo le tante richieste dei territori. Piana dimostra dunque di non conoscere neppure, se non superficialmente, le norme del suo stesso partito. Eppure perde tempo ad attaccarmi invece che lavorare in Regione».