Crisi Carige, presentato il nuovo Piano industriale: previsto un aumento di capitale di 630 milioni
Gli esuberi sono 1050, via libera alla chiusura di 100 sportelli
Genova. Presentato il nuovo piano industriale di Carige: prevede un aumento di capitale di 630 milioni, il pareggio di bilancio nel 2020, ma anche 1050 esuberi e la chiusura di 100 sportelli. Il piano secondo i commissari è «prodromico all’aggregazione».
La banca ha registrato nel 2018 perdite nette per 272,8 milioni, dopo la contabilizzazione di 321,4 milioni su crediti verso la clientela e perdite da cessione. Il margine operativo lordo è positivo e in crescita su base annua a 30,9 milioni.
«Siamo in grado di stare in piedi, non c’è un circolo vizioso inaccettabile», hanno detto i commissari Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener.
Nel merito Il Piano si snoda su tre fasi, finalizzate al risanamento dei fondamentali della Banca: nell’immediato (2019): il definitivo derisking degli attivi e il rafforzamento patrimoniale, nel breve termine (fine 2019 – inizio 2020) il raggiungimento del pareggio di bilancio (break even) e nel medio – lungo termine (2020 – 2023): una profittabilità sostenibile.
I tagli non saranno lineari: il personale passerà da 4.000 a 3.000 impiegati da oggi al 2023.
Non sono previsti licenziamenti ma accordi individuali sui pensionamenti, in alcuni casi sfruttando le nuove opportunità come “quota 100”. 450 sono i dipendenti giù in uscita nel 2019. Si cercherà di procedere spazio anche all’assunzione di 200 giovani.