Baglioni alla vigilia di #Sanremo2019: «Un Festival della canzone e non un Festival politico»
Il direttore artistico e conduttore racconta la 69esima edizione della kermesse
Sanremo. «Sono qui per la seconda volta e se già alla prima mormoravo che se “errare è umano e perseverare è artistico”, dopo notti in cui mi dicevo non sono adeguato, non ho il tempo, ho dei progetti in atto e per la seconda volta ho accantonato tutto, lasciando per aria anche un tour e un disco che vegeta da un anno, per misurarmi con quella che è la cosa più difficile della mia vita». Così Claudio Baglioni alla vigilia del 69° Festival di Sanremo (dal 5 al 9 febbraio).
«Ho pensato a questo Festival come se tutti quanti fossimo dei servitori della canzone – ha sottolineato il direttore artistico e conduttore che sarà affiancato dal duo comico Bisio-Raffaele –. Questo è il Festival della canzone italiana che è ricca di memoria, onori e ha viaggiato per il mondo. Il Festival è internazionale di suo conto anche se, come lo scorso anno, sarà un Festival popolar nazionale. E lo dico non per sana autarchia ma perché ritengo che contenga un dato di internazionalità già nel nome, oltre il fatto che avrò artisti italiani che sono internazionali, da Andrea Bocelli a Riccardo Cocciante».
«Un Festival che – ha aggiunto il cantautore romano– cercherà attraverso l’arte povera della canzone di raccontare altre musiche. La canzone, me lo hanno detto tante volte, è una testa d’ariete e noi vogliamo far entrare tutte le musiche nel cuore della gente e avvicinare più pubblico possibile. Un Festival che vuole essere dell’armonia» e che sarà ospitato su un «palco dell’Ariston che non è mai stato così grande. L’orchestra sederà in una buca, sorta di golfo mistico retrostante il palcoscenico. Ci sarà un dato spettacolare di luminotecnica mai visto a Sanremo e che ricorda altre grandi manifestazioni musicali».
Protagonista resterà sempre la musica con tanti artisti che rappresentano «una fotografia reale tra le varie proposte della nostra musica corrente, dove la parte tradizionale sarò colmata con duetti di altri ospiti vari. Volevamo che le canzoni avessero uno spettro molto largo così da appassionare i diversi pubblici».
«Sarà un Festival della musica e non un Festival politico, a meno che questo non accada a mia insaputa», ha evidenziato ancora Baglioni aggiungendo che diversamente dalla scorsa edizione della kermesse non farà duetti con altri artisti ma aprirà tre serate con esibizioni ispirate al concetto di colossal e di teatro.