All’imperiese Giulia Quaranta Provenzano l’International Art Prize Tamara De Lempicka



La cerimonia di premiazione si svolgerà giovedì 14 febbraio alle 18
Sanremo. Che l’srte sia il mondo della ventinovenne imperiese Giulia Quaranta Provenzano è oramai assodato. Poliedrica artista capace di sorprendere sempre con scatti stupefacenti, Giulia questa volta lo fa con una fotografia di persona – che per la prima volta verrà “condivisa pubblicamente” (alla Milano Art Gallery dell’omonima città, dal 14 febbraio al 7 marzo 2019), di una donna sua compaesana, immagine colta e rielaborata in modo magistrale e poi trasposta su tela. Occasione per mostrare la sua rinnovata versatilità artistica il premio Tamara De Lempicka, in onore della celebre pittrice polacca che vede tra i nomi presenti in giuria la giornalista e scrittrice, già direttrice di Chi e di “Diva e Donna” Silvana Giacobini, il direttore d’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia Silvia Rizzolo, Daniela Testori di Testori Comunicazioni, il fotografo di fama internazionale ed amico di Pier Paolo Pasolini e di Dario Fo Roberto Villa, il direttore del premio Modigliani Alberto D’Atanasio e il manager di personaggi noti e presidente di Spoleto Arte Salvo Nugnes.
Giulia, lei ha superato una severa ed esigente selezione compiuta da celebri nomi dell’arte, di cultura, di spettacolo ed è stato deciso di conferirle il prestigioso International Art Prize Tamara De Lempicka. La cerimonia di premiazione è prevista alle ore 18 di giovedì 14 febbraio: come si sente sapendo di ricevere un così straordinario riconoscimento dedicato all’arte contemporanea?
Sono onorata dell’apprezzamento da parte di personalità del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo tanto eminenti: a loro va il mio più sincero ringraziamento e tutta la mia gratitudine. Un mio caloroso “grazie” anche alla gentilissima Patrizia Stefani di Spoleto Arte, la quale con disponibilità e pazienza mai si è tirata indietro nel consigliare per il meglio.
Sulla rivista “Arte” è stata pubblicizzata la mostra collettiva con esposizione delle opere vincitrici a cura di Vittorio Sgarbi, in nome dell’amata dannunziana, che la vedrà presto in esposizione in via Alessi 11 a Milano. Neppure trentenne, quale effetto le fa questo susseguirsi di conclamati successi?
Per rispondere a tale domanda prendo in prestito le parole di Alberto D’Atanasio “Il Premio “Tamara De Lempicka”, a lei dedicato, vuole ricordare agli artisti il suo pensiero estetico. Fu in Italia che la De Lempicka maturò la consapevolezza che l’arte sarebbe stata la sua vera fonte di felicità! (…)”. Ebbene, l’arte è anche la mia di fonte di felicità e venir riconosciuta e premiata quale artista è l’unica possibilità per continuare a dimostrarsi tale, abbeverandosi con fresco “elisir di lunga vita”.
Silvia Casarin Rizzolo ha affermato “Il premio Tamara De Lempicka è un importante riconoscimento che verrà dato ad artisti talentuosi ed illuminati. Sarà un’occasione per celebrare la più grande artista donna di tutti i tempi definita da D’Annunzio La donna d’oro”. Giulia, lei si reputa tale: sapiente? Ingegnosa?
Il sapiente è colui/colei che è dotato in massimo grado di ampia e profonda dottrina non soltanto dal punto di vista speculativo ma altresì morale e spirituale e quindi di saggezza e di equilibrata prudenza – cit. dal Dizionario on line. Se rispondessi in positivo a questa domanda non mi dimostrerei prudente, no?! (e ride). Poi continua, Certo quale aggettivo “Sapiente” è pure chi è in possesso di una grande perizia e competenza; abile, capace, esperto – nuovamente cit. dal Dizionario on line …tuttavia preferisco sia il plauso o meno altrui a dipingermi… Io sono fotografa, non pittrice, non dipingo… (e ride per la seconda volta).
Quale l’opera della Quaranta Provenzano, che sarà esposta alla Milano Art Gallery il giorno di San Valentino?
La Milano Art Gallery milanese è un’eccellente location che esiste da più di cinquant’anni, la sua fama è enorme – riconosciuta ed elogiata persino al Maurizio Costanzo Show! Ivi, in codesta magnifica struttura, hanno esposto grandi maestri italiani, stimati in tutto il mondo: Renato Guttuso, Gino De Dominicis, Mario Schifano e moltissimi altri. Essere accolta e ricevere la fiducia in tale posto “sacro” è un’emozione difficilmente spiegabile a parole, si ha sempre la sensazione esse siano insufficienti. Per soddisfare adesso la domanda, nel prossimo Evento verrà esposta la mia Fotografia d’arte dal titolo “Amnesia”.
Giulia, quali i motivi di una scelta figurativa e semantica tanto audace?
La perdita o la considerevole diminuzione della memoria o di parte di essa è una realtà diffusa – ne sono prova le molte case di riposo, la testimonianza di un numero esorbitante di badanti, di infermieri e dei parenti di tanti sfortunati. Nonostante la scienza abbia fatto notevoli passi dagli albori per certi disturbi, per certe malattie non vi è ancora sufficiente propedeutica né cura. Nel giorno dedicato all’Amore e per i restanti 12 mesi vorrei si ricordasse che la vita, gli affetti sono un dono e bisognerebbe sempre cercare di goderne a pienosoprattutto perché i rimpianti costituiscono il più feroce tarlo dei “sopravvissuti”, i quali rimango unica memoria e soli attori consapevoli d’un presente di sabbie mobili. La donna da me immortalata, la donna di “Amnesia” tiene il proprio volto tra le mani e i piedi incrociati indice di disperata ed estrema confusione, confusione e vuoto dalla volontà rinnegati (dai gomiti serrati, in maniera forzata, lo si legge con chiarezza) e indice altresì di smarrimento e del pari desiderio di difendersi. Principalmente dietro ma pure davanti alla giovane signora un pavimento che pare sgretolarsi, un muro alle sue spalle senza coordinate, non più alcuno spartito sopra il piano a sottolineare ancora l’annientamento e la distruzione, invano contrastate dal soggetto dello scatto, che altrettanto bene evidenziano i colori scelti per tela. Il grigio è difatti simbolo del distacco, della non serenità e di un atteggiamento di auto protezione, delle ceneri (dei ricordi); il nero rappresenta il limite assoluto oltre il quale non c’è più nulla, è qui il “no” in opposizione al bianco dell’inizio, è emblema della negazione e della capitolazione completa e dell’abbandono (addio al passato, ad un conscio, consapevole ed accreditato avvenire). Il fatto infine che sia una donna ad essere stata fotografata non è neppure esso casuale: Tamara De Lempicka era una femmina, amava moltissimo le femmine, le quali sono portatrici di esistenza e anteticamente in “Amnesia”, in una donna, nel suo grembo si spegne la luce del futuro come indicano i cubiti e la tronca capillarità del pavimento davanti ai suoi piedi che non vogliono toccarlo e la pozza metaforica didietro.