Traffico di auto di lusso coinvolge Bordighera. Dodici arresti

17 gennaio 2019 | 13:30
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Traffico di auto di lusso coinvolge Bordighera. Dodici arresti

Porsche rubate in Germania e destinate al mercato italiano

Bordighera. La Procura di Savona, che ha aperto una inchiesta per associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità dei reati,  ha sgominato un traffico di auto di lusso, soprattutto Porsche, rubate in Germania e destinate al mercato italiano, attraverso un gruppo criminale lituano.

Dodici le persone finite in carcere, colpite da altrettante misure cautelari – a firma del gip Fiorenza Giorgi, su richiesta del pm Massimiliano Bolla – accusate a vario titolo anche di riciclaggio, ricettazione, falso, truffa. Il giro d’affari si sviluppava nella Riviera ligure di Ponente, tra Albenga e Bordighera. Le persone coinvolte nel giro di affri, pare che fossero in contatto con il gruppo lituano, che faceva arrivare in Italia le auto di lusso, tra cui Porsche, Bmw e Lexus, che venivano re-immatricolate nel nostro Paese. L’organizzazione criminale aveva il compito di produrre documenti falsi, in modo da nascondere la provenienza illecita dei veicoli.

In carcere sono finiti, come scrive l’Agenzia Ansa, Carino Di Giovanni, 37 anni, nato in Germania e residente a Bordighera e alcuni collaboratori che si preoccupavano di procacciare clienti. Le auto venivano portate in Lituania dove un gruppo di persone, agganciato da Di Giovanni grazie alla compagna lituana, Lina Naceliciute, 29 anni, ora ai domiciliari, si occupava di produrre documenti falsi o correggere il numero di telaio. Le vetture venivano poi materialmente portate in Italia. Arrestato anche Giovanni Abbate, 43 anni (già in carcere per altri reati), che aveva messo in contatto Di Giovanni con un gruppo di sinti che truffava chi proponeva la propria auto online pagandoli con assegni falsi: le auto poi veniva rivendute da Di Giovanni. Ai domiciliari è finito Domenico Marziano, 75 anni, titolare di diverse agenzie di pratiche auto in provincia di Savona che forniva documenti e patenti false. Sono sette le persone finite in carcere e cinque agli arresti domiciliari. L’indagine è partita nel 2017 da un documento contraffatto: gli agenti della Mobile, temendo un traffico legato all’immigrazione clandestina, hanno iniziato a indagare scoprendo invece la duplice attività di Di Giovanni. Una decina le auto finora individuate dalla polizia e un centinaio i documenti falsi venduti dalla banda, per un volume d’affari superiore ai seicentomila euro. Le auto erano in prevalenza Porsche e Lexus che venivano vendute in media a 30 mila euro l’una, mentre è stato stimato in 300 mila euro la vendita di documenti e patenti falsificate.