Il giallo |
Cronaca
/
Taggia
/

Taggia, donna uccisa a colpi d’accetta dal fratello. La ricostruzione

21 gennaio 2019 | 13:49
Share0
Taggia, donna uccisa a colpi d’accetta dal fratello. La ricostruzione
Taggia, donna uccisa a colpi d’accetta dal fratello. La ricostruzione
Taggia, donna uccisa a colpi d’accetta dal fratello. La ricostruzione
Taggia, donna uccisa a colpi d’accetta dal fratello. La ricostruzione
Taggia, donna uccisa a colpi d’accetta dal fratello. La ricostruzione
Taggia, donna uccisa a colpi d’accetta dal fratello. La ricostruzione

Famiglia numerosa di origine calabrese. I due vivevano insieme da sei anni

Taggia. L’hanno trovata in camera da letto, accasciata in un lago di sangue. Palma Agostino, pensionata di 71 anni, è morta così, uccisa da diversi colpi d’accetta nell’abitazione al civico 32 di via Borghi che condivideva da circa sei anni con uno dei suoi fratelli, Enzo, 62 anni. E’ proprio quest’ultimo il principale indiziato dell’omicidio, che sarebbe avvenuto al culmine di una lite scaturita per contrasti legati alla convivenza.

L’uomo, che lavora come custode nel cimitero di Valle Armea e che in precedenza era stato autista di camion, è già stato preso in consegna dai carabinieri. In stato confusionale, non ha detto nulla su quanto accaduto.

Tutto ha avuto inizio intorno alle 9 con una telefonata della cognata di Palma. Le due dovevano andare in campagna, ma il telefono squilla a vuoto: né Palma, né Enzo rispondono. A quel punto la cognata avverte il marito e insieme si recano a casa dei due. Arrivati nel vialetto antistante l’abitazione, marito e moglie escono dall’auto e bussano alla porta. Si affaccia Enzo che alla domanda, “Dov’è Palma?”, risponde: “In camera da letto”. I due si dirigono in camera e la trovano accasciata in un angolo, in una pozza di sangue. A quel punto vengono allertati i carabinieri. Da quanto ricostruito: Palma ed Enzo erano due di cinque fratelli, di origine calabrese. Circa sei anni fa, proprio Enzo chiede a Palma, cha abitava a Catania, di trasferirsi da lui. Erano entrambi soli, non sposati e senza figli. Vivere insieme poteva essere una buona soluzione per farsi compagnia. Tra l’altro, proprio nelle vicinanze di quell’appartamento in via Borghi, abitavano anche gli altri fratelli: la famiglia si sarebbe potuta riunire. Ma i litigi non mancavano: soprattutto nei giorni scorsi, i vicini più volte li avrebbero sentiti litigare in maniera piuttosto violenta anche se nessuno aveva mai chiamato il 112 chiedendo un intervento per le liti tra i due.

Sembra pure che Enzo avesse avuto, negli scorsi mesi, alcuni problemi di salute, che potrebbero aver inciso sul suo stato psicofisico. Tutti particolari, questi, che sono al vaglio degli inquirenti.

Oltre all’appartamento in cui vivevano fratello e sorella, i militari del nucleo operativo hanno perquisito anche l’auto di proprietà di Enzo Agostino. Ancora da chiarire se l’arma utilizzata per il delitto fosse in casa o se l’uomo sia andata a prenderla altrove.