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Slot machine, nell’Imperiese si giocano oltre cento milioni ma alle attività ne rimangono solo quattro

9 gennaio 2019 | 10:34
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Slot machine, nell’Imperiese si giocano oltre cento milioni ma alle attività ne rimangono solo quattro

I dati 2018 forniti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli

Sanremo. Quanto soldi sono finiti nelle slot machine delle principali cittadine della provincia di Imperia nel 2018? Secondo i dati appena pubblicati dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli sono stati (al netto di quelli spesi nel Casinò di Sanremo), 94,72 i milioni raccolti nelle città di Imperia, Sanremo, Ventimiglia e Bordighera.

I giocatori più accaniti si trovano nel capoluogo, nelle cui sale slot, bar e tabacchini sono finiti 38,43 milioni. Seguono Sanremo a quota 29,27, Ventimiglia 20,21 e Bordighera con 6,81 milioni.

Facendo la tara di quanto viene ripagato sotto forma di vincite, si scopre che in proporzione ad Imperia sono rientrati nelle tasche dei più fortunati, o dei più accaniti, 31,95 milioni. A Sanremo 20,51, Ventimiglia 14,15 e 4,76 a Bordighera.

La spesa effettiva – incassi meno vincite – è di 6 milioni e 480 mila euro ad Imperia, 8,76 a Sanremo, 6,06 Ventimiglia e “soli” 2 milioni e 50 mila euro nella Città delle Palme. A conti fatti, nei principali centri dell’Imperiese ogni cittadino spende esattamente 0,51 centesimi al giorno.

Ma quanto rimane sul territorio di questa economia che fa tanto discutere per i problemi legati alla ludopatia e contro la quale si stanno iniziando a muovere i sindaci, a partire da quello della città di confine Enrico Ioculano, che ha emesso un’ordinanza per limitarle, alle attività che ospitano i giochi leciti?

A macinare gli utili maggiori è lo Stato, che trattiene, alla fonte, il 21,4% della raccolta totale. Sui 94,720 milioni introdotti nelle slot dei più importanti centri dove si gioca, a Roma ne finiscono, sotto forma di tasse sul gioco 18 milioni e 991 mila euro.

Vengono restituiti invece in vincite circa 71 milioni, mentre gestori e attività del territorio, che con questi soldi pagano spesso bollette e dipendenti, si dividono in parti uguali circa l’8% del netto rimasto nelle macchine: ovvero poco più di due milioni a testa, ai quali vanno sottratte le tasse sui guadagni.