“Santuario Pelagos… un Mare da amare”, i 14 carri in gara a Sanremo in Fiore

16 gennaio 2019 | 13:16
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“Santuario Pelagos… un Mare da amare”, i 14 carri in gara a Sanremo in Fiore

Torna a partecipare la città di Imperia. Collaborazione con la capitaneria di porto e il Fai

Sanremo.“Santuario Pelagos… un Mare da amare” è il tema ufficiale del corso fiorito 2019, in programma domenica 10 marzo e che per l’edizione di quest’anno vedrà 14 carri in gara, con il ritorno, dopo tanti anni di assenza, della partecipazione del comune di Imperia.

Assicurata la diretta Rai su Linea Verde, ma rilanciare mediaticamente la manifestazione sarà anche la presenza di Carlo Lucarelli, nella Città dei Fiori ospite della rassegna la Riviera dei Libri, il quale ha anche accettato di presiedere la giuria del concorso.

Nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina l’assessore Marco Sarlo ha dato lettura dei sottotemi che sono stati assegnati, per sorteggio, ad ogni comune partecipante, alla cui scrittura hanno partecipato il comandante della capitaneria di porto Vincenzo Coppola e la biologa marina SabinaAiroldi dell’istituto Tethys.

“L’obiettivo è quello di valorizzare e far conoscere la straordinaria risorsa rappresentata dai cetacei presenti nelle acque antistanti iI ponente ligure, spiega il responsabile delle politiche in materia di turismo. “Grazie a particolari condizioni oceanografiche, la zona vanta infatti Ia più alta concentrazione di cetacei di tutto il Mar Mediterraneo e rappresenta il cuore dell’area marina protetta istituita nel 1999, su proposta dell’Istituto Tethys, da Italia, Francia e Principato di Monaco.

La presenza di balene, capodogli e delfini e la possibilità di poter fruire di tale risorsa attraverso diverse modalità, tutte sostenibili dal punto di vista conservazionîstico, rappresenterebbe l’opponunità di ridefinire l’immagine del ponente ligure come destinazione turistica attraverso una rinnovata centralità delle tematiche ambientali e di conservazione, tale da rilanciarne l’interesse soprattutto in quella parte crescente di turisti, sia italiani che stranieri, per cui la semplice attività balneare non è più una motivazione sufficiente nella scelta di una destinazione, ampliando così l’offerta turistica ben oltre i limiti del tradizionale periodo estivo”.

TUTTI I TEMI IN GARA

1) SANTO STEFANO AL MARE – Whale watching nel Santuario Pelagos: la balenottera comune (Baleanoptera physalus, fin whale)

Con i suoi 24 metri di lunghezza è il più grande animale della terra, secondo solo alla balenottera azzurra. Unico misticete (con i fanoni al posto dei denti) regolarmente awistato nelle acque del Santuario Pelagos, si nutre di gamberetti lunghi circa due cm, mangiandone circa due tonnellate al giorno. Predilige le acque pelagiche e la si può awistare tutto l’anno, a partire da una decina di miglia dalla costa. Il periodo di maggior concentrazione nelle acque del ponente ligure è però l’estate, quando se ne possono contare a centinaia. Animale simbolo del Santuario e obiettivo di tutti gli appassionati di whale watching. Tipicamente solitario, si associa ad altri individui solo occasionalmente.

2) TAGGIA Whale watching nel Santuario Pelagos: il capodoglio (Physeter macrocepha/us, sperm whale).

Vero e proprio campione di apnea, è in grado di raggiungere i 3000 metri di profondità e restare quasi tre ore senza respirare. E’ il più grande predatore della terra, con i maschi che possono raggiungere i 18 metri di lunghezza e le 50 tonnellate di peso, mentre le femmine non superano gli 11 metri. Nelle acque del ponente ligure lo si incontra a pochissime miglia dalla costa, lungo la scarpata continentale. Si nutre soprattutto di calamari e nel Santuario predilige una specie non commerciale, I’Histioteuthis bonne/Iii, lunga circa 30 cm, dal colore rossastro e dallo sgradevole sapore di ammoniaca. Nel Santuario si trovano quasi esclusivamente giovani maschi solitari o in piccoli gruppi. A differenza della balenottera comune tira sempre fuori l’immensa coda prima di immergersi, regalando foni emozioni a chi ha la fortuna di incontrarlo.

3) ISOLABONA – Whale watching nel Santuario Pelagos: la stenella striata (Stenella coeruleoalba, striped dolphin).

E’ il delfino più abbondante del Mediterraneo e anche del Santuario. Lo si trova un po’ ovunque in gruppi che vanno tra i 10 e gli 80 esemplari e nel Santuario in estate se ne contano quasi 40.000. Si nutre di pesci, cefalopodi e crostacei adattandosi alla disponibilità delle prede. E’ uno degli incontri più emozionanti, perché amano farsi spingere dall’onda di prua creata dalle barche e spesso sembrano esibirsi in mirabolanti salti.

4) VENTIMIGLIA – Whale watching nel Santuario Pelagos: la tartaruga marina (Caretta caretta, loggerhead sea turtle).

Durante le uscite di whale watching un altro animale che tutti amano osservare è la tartaruga marina, un rettile che si nutre prevalentemente di meduse. Proprio per la sua dieta è forse la specie più colpita dall’inquinamento della plastica in mare, perché molti esemplari finiscono con l’ingoiare sacchetti di plastica o palloncini che causano diverse complicanze, e in alcuni casi Ii conducono alla morte.

5) CIPRESSA – Whale watching nel Santuario Pelagos: il pesce luna (Mola mola, sun fish).

E’ il pesce osseo più grande al mondo e può superare i 4 metri di altezza e le due tonnellate di peso. Si vedono in superficie soprattutto in maggio e all’inizio dell’estate, quando il mare è letteralmente ricoperto dalle barchette di San Giovanni (Vele/Ia ve/e/Ia), colonie di organismi simili a piccole meduse. I pesci luna salgono infatti in superficie e ne mangiano a volontà tirando completamente fuori la testa. La forma particolare di questo pesce e il fatto che spesso la pinna dorsale dondoli da una parte all’altra ha conferito a questa specie il nome di pesce ubriaco.

6) OSPEDALETTI – Whale watching nel Santuario Pelagos: la mobula o diavolo di mare (Mobula mobular, devil ray).

Un altro incontro emozionante che si può fare nelle acque del Santuario è quello con Ia grande mobula. Si tratta di uno squalo piatto, parente stretto delle manta vere e proprie a cui somiglia molto, la cui presenza nell’area è molto aumentata negli ultimi anni. Può raggiungere i 5 metri di “apertura alare” e nonostante Ia mole la si può ammirare in mirabolanti salti fuori dall’acqua. Gregaria e pelagica, la mobula si nutre di planctonici e piccoli pesci, che cattura filtrando l’acqua. E’ considerata una specie minacciata d’estinzione in Mediterraneo a causa delle catture accidentali nelle reti da pesca.

7) VALLECROSIA/CAMPOROSSO – Attività sportive nel Santuario Pelagos: la vela

Le barche a vela sono una costante delle acque del ponenteligure e le dimensioni variano dai piccoli Optimist per i bambini ai grandi velieri di alcune decine di metri. Barche a un albero o a due alberi, armate a sloop, ketch o goletta, solcare le acque sfruttando solo la forza del vento è uno dei modi più sostenibili per spostarsi in mare regalando quel silenzio che consente di ascoltare Ia natura che ci circonda.

8) IMPERIA – Attività sportiva nel Santuario Pelagos: Il windsurf, kite e surf

Sostenibili come la vela, questi sport sono più dinamici e praticati soprattutto dai giovani in ogni periodo dell’anno. Diverse sono infatti le aree del ponente ligure che si riempiono di tavole quando spira vento teso e si alzano le onde.

9) DOLCEACQUA – Attività sportiva nel Santuario Pelagos: la subacquea

Siamo abituati a pensare al mare come ad una superficie azzurra riflettente, ma sotto di essa si cela un vero e proprio mondo, spesso definito il sesto. Le acque costiere del ponente ligure sono un susseguirsi di SIC (siti di interesse comunitario), data Jl’elevata ricchezza in termini di biodiversità. Praterie di posidonia, vere e proprie nursery per tantissimi pesci, crostacei e molluschi, e il meraviglioso coralligeno, con le sue paramuricee, le eunicelle, stelle, ricci, sono frequentati da cernie, gronghi, mustele, polpi, murene e moltissimi altri organismi. Un mondo che da sempre affascina grandi e piccini, fruibile non solo dai i subacquei, ma anche da chiunque voglia indossare maschera e boccaglio.

10) SEBORGA – Pesca e gastronomia nel Santuario Pelagos: il gambero rosso di Sanremo

Una vera e propria leccornia, da gustarsi sia cruda che cotta, condita rigorosamente con olio ligure e accompagnata con vermentino o pigato locali. Una risorsa molto importante per l’intero territorio, la cui abbondanza è però in continua diminuzione a casa della pesca intensiva. Pescato con le reti a strascico in acque profonde circa 500-700 metri, il gambero rosso rappresenta ormai da anni l’obiettivo principale di molti pescatori.

11) BORDIGHERA – Pesca-turismo nel Santuario Pelagos

La pesca-turismo è praticata in molte locaiìtà itaiiane ed è un’attività in costante crescita. La drastica riduzione del pescato rispetto a pochi decenni fa spinge infatti molti pescatori a sfruttare la propria imbarcazione e l’enorme esperienza maturata in mare, in attività turistiche remunerative, con costi ridotti e sostenibili da un punto di vista ambientale. Anche nel ponente ligure alcuni pescatori si dedicano a questa attività, ospitando a bordo dei turisti, insegnando loro le diverse metodologie di pesca e pescando insieme a Ioro lÌ| pesce che poi cucineranno e condivideranno.

12) RIVA LIGURE La Guardia Costiera per la sicurezza nelle acque e lungo Ie coste del Santuario Pelagos

La sicurezza è fondamentale per chiunque abbia a che fare con il mare. Indipendentemente dall’approccio, turistico-ricreativo o commerciaIe-produttivo, regole e norme di condotta sono necessarie affinché le attività antropiche e le risorse del mare convivano in modo sicuro e sostenibile. Sicurezza in mare è anche prestazione di servizi, prevenzione, vigilanza, informazione e formazione, fattori che hanno come denominatore comune la salvaguardia della vita umana e la protezione dell’ambiente e delle sue risorse naturali.

Ogni giorno, senza soluzione di continuità, il dispositivo di pronto intervento per la ricerca ed il soccorso in mare della Guardia Costiera garantisce con personale, unità navali e mezzi aerei la sicurezza dei diportisti e dei bagnanti che numerosi affollano le coste e le acque del Santuario Pelagos.

13) GOLFO DIANESE – Vivere e salvaguardare il patrimonio naturalistico subacqueo del Santuario Pelagos

Le bellezze naturali che caratterizzano i tratti costieri ed il mare del Santuario Pelagos attraggono ogni anno cittadini e visitatori stranieri che desiderano ammirarne le peculiarità e viverne l’annonia. L’habitat subacqueo, in particolare, offre scorci mozzafiato, con praterie di posidonia oceanica, pareti rocciose adornate da gorgonie e coralli, coloratissime spugne. ll mantenimento di tali risorse richiede però una sempre maggiore sensibilità e consapevolezza dell’importanza di tutelare l’ambiente marino e costiero, ancor più nelle aree protette. In tali ambiti, i nuclei subacquei della Guardia Costiera, tra i loro compiti istituzionali, svolgono una

costante opera di vigilanza per il mantenimento e Ia protezione del patrimonio naturale dei fondali marini.

14) Le spiagge: SANREMO FUORI CONCORSO