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Presunte irregolarità edilizie, indagato l’ex vicesindaco Guido Abbo

25 gennaio 2019 | 15:17
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Presunte irregolarità edilizie, indagato l’ex vicesindaco Guido Abbo

Come legale rappresentante della Borghetto Srl su terreni riconducibili alla famiglia dell’ex sindaco Carlo Capacci che però non è coinvolto a nessun titolo

Imperia. I carabinieri forestali hanno sequestrato un cantiere di Borgo d’Oneglia dove è in corso la realizzazione di un  insediamento edilizio a scopo residenziale (cinque villini). Il sequestro preventivo, che ha portato anche all’iscrizione di tre persone nel registro degli indagati, è scattato nell’ambito di un’inchiesta che mira a far luce su presunte irregolarità nei cementi armati.

Gli indagati sono l’ex  vicesindaco  Guido Abbo, legale rappresentante della Borghetto Srl, società committente dei lavori e proprietaria del terreno riconducibile alla famiglia dell’ex sindaco  Carlo Capacci.  L’ex primo cittadino– è bene sottolinearlo –  non è però coinvolto  a nessun titolo nell’operazione, né come committente,  né in qualità di progettista essendo come è noto un ingegnere.

“Per sgombrare il terreno da ogni illazione -sottolinea  il legale Gian Carlo Giordano – è una pratica risalente a prima che Carlo Capacci si insediasse sulla poltrona di sindaco”.

Abbo è capogruppo di minoranza del gruppo “Imperia al Centro” ed ex candidato sindaco di Imperia alla scorsa tornata elettorale, quando a vincere fu l’attuale sindaco Claudio Scajola.

Il secondo indagato è il geometra Gabriele Carli, in qualità progettista. Nel registro degli indagati anche l’imprenditore romeno Adrian Diaconescu, della “Diaco Costruzioni”: l’impresa esecutrice dei lavori.

Il sequestro preventivo è avvenuto, a margine di un sopralluogo dei carabinieri forestali che hanno scoperto una difformità per quanto riguarda l’altezza di alcuni muri di sostegno del terreno che sono risultati essere alti 3,20 metri contro i 3 previsti nel progetto iniziale.

Secondo l’avvocato Giancarlo Giordano, che difende i tre indagati, la difformità sarebbe dovuta a problemi di solidità del terreno. Problemi che avrebbero obbligato l’impresa a scavare per ulteriori venti centimetri. Sarebbe comunque stata già presentata una richiesta per l’utilizzo di maggiore cemento armato.

L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà.