Picchia, umilia e affama la moglie. Sanremese a processo

Sopo dopo un anno e mezzo la donna ha trovato il coraggio di denunciare
Imperia. Per oltre un anno ha offeso la moglie, dandole della “puttana”, “bastarda”, “ebrea di merda”, l’ha picchiata procurandole lividi e lesioni sul viso, sulle braccia e sulle gambe, arrivando a tenere sotto chiave gli alimenti per evitare che la donna mangiasse senza prima avergli chiesto il permesso. Un sanremese di 47 anni, R.I., dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti nei confronti della consorte a fine gennaio, quando comparirà davanti al gup Massimiliano Rainieri.
Solo dopo un anno e mezzo di offese, umiliazioni e botte, la moglie, E.G., 44 anni, ha trovato la forza di denunciare i comportamenti del marito avvenuti tra la fine del 2014 e l’inizio del 2016 a Sanremo.
Lei, ucraina giunta in Italia da sola, a Sanremo aveva un lavoro stabile e ben retribuito. Lui, invece, era disoccupato. Ma a causa dei continui maltrattamenti subiti, la 44enne ha dovuto lasciare il lavoro. Anche per questo il marito ha iniziato ad accusarla di avere rapporti sessuali a pagamento, minacciandola di “farle fare una brutta fine” se non avesse portato dei soldi a casa. E non è tutto: secondo la tesi accusatoria, l’uomo sarebbe arrivato a chiedere alla moglie di cercare “persone che ci mantengano” in cambio di sesso di gruppo. L’avrebbe minacciata di aver “già preparato il kalashnikov”, che le “avrebbe fatto una faccia nuova” a suon di botte e colpi.
La donna ha inoltre raccontato che R.I. teneva sotto chiave gli alimenti, costringendola a domandare il permesso per poter mangiare.