Lo scontro tra ortodossi minaccia la Chiesa russa, il prete di Sanremo: “Pronti a sprangare le porte contro Costantinopoli”

23 gennaio 2019 | 12:31
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Lo scontro tra ortodossi minaccia la Chiesa russa, il prete di Sanremo: “Pronti a sprangare le porte contro Costantinopoli”
Lo scontro tra ortodossi minaccia la Chiesa russa, il prete di Sanremo: “Pronti a sprangare le porte contro Costantinopoli”
Lo scontro tra ortodossi minaccia la Chiesa russa, il prete di Sanremo: “Pronti a sprangare le porte contro Costantinopoli”

La contesa per la proprietà dell’immobile storico nello scontro geopolitico tra Ucraina e Russia

Sanremo torna alla ribalta della geopolitica internazionale ed è bersaglio di una “guerra di religione” tra ortodossi: oggetto del contendere la Chiesa Russa di via Nuvoloni, storicamente indipendente e legata all’Arcivescovado di Parigi, che adesso rischia di essere confiscata dagli ortodossi facenti capo alla metropolia greca con sede a Costantinopoli.

Lo ha denunciato senza mezzi termini padre Baykov che nella contesa tra le due fazioni vorrebbe portare la sua chiesa verso Mosca e non con il patriarcato ortodosso greco, alleato del governo ucraino di Poroschenko che ha chiesto proprio a Costantinopoli (l’odierna Istanbul) di creare una chiesa nazionale ucraina.

Una vicenda complicata, di non facile lettura per noi europei abituati alla libertà di culto, ma che essenzialmente porta l’attenzione sulla scissione che sta per avvenire nel mondo ortodosso, tra chi – le comunità religiose occidentali – vuole restare indipendente o essere alleata del patriarcato Russo e le mire della chiesa di Costantinopoli che avrebbe l’obiettivo di riunire sotto la propria effige tutte le parrocchie ortodosse europee. Una strategia che coinvolgerebbe anche la proprietà delle chiese, le quali dovrebbero passare di colpo sotto la titolarità degli ortodossi greci.

Una contesa che, evidentemente, non riguarda soltanto la religione e che è stata accelerata dal conflitto tra Russia e Ucraina. Lo dice apertamente il pope della Città dei Fiori, il quale teme di ritrovarsi a breve scomunicato e con un prete ucraino fuori dalla porta a rivendicare il proprio presunto diritto di officiare la messa nella sua parrocchia. “Mai la Chiesa russa di Sanremo passerà sotto gli ortodossi greci, siamo pronti a sprangare i cancelli e le porte per rivendicare la nostra libertà di culto”, dichiara, nella conferenza stampa di questa mattina, il Rettore della parrocchia sanremese Denis Baykov, che spiega: “Il consiglio parrocchiale della Chiesa russa ortodossa esprime il proprio completo disaccordo e protesta contro le decisioni e pretese irregolari, secondo il diritto canonico nonché le norme del diritto civile italiano, prese dalla Sacra Arcidiocesi Ortodossa in Italia e Malta (metropolia greca).

Questa ha inviato al nostro parroco russo alcune lettere per comunicare che in seguito alla decisione irrevocabile del Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli del 27 novembre 2018 di ritirare il Decreto che conferiva al nostro Arcivescovado di Parigi la qualità di Esarcato pretende il subentro automatico sia amministrativo che canonico nella nostra parrocchia/Ente da tale data. Noi stiamo vivendo ciò come violenza.

Oltre tutto è molto grave che la metropolia greca invia queste lettere proprio durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, quando tutte le comunità cristiane in Italia pregano insieme per la pace. La nostra Chiesa è riconosciuta come Ente Morale dal DPR n.895 dal 30.07.1966. Ha naturalmente anche uno statuto in base al quale solo il Consiglio parrocchiale e l’Assemblea Generale dei parrocchiani possono liberamente decidere di accettare 0 no questa proposta. Nessuno può con forza imporci una scelta contro la nostra volontà e immischiarsi nella nostra amministrazione. In febbraio spetterà all’Assemblea Generale straordinaria di decidere il futuro della nostra parrocchia.

La Chiesa Russa Ortodossa in Sanremo costruita nel 1913 con benedizione della Santa Sinodo Ortodosso dell’Impero Russo dipendeva dal metropolita di San Pietroburgo quale capo per le chiese russe all’estero. Dopo il periodo drammatico della rivoluzione e guerra civile con decreto del Patriarca di Mosca Tikhon nel 1921 per le parrocchie all’estero è stato organizzato l’Arcivescovado per le chiese russe in Europa Occidentale, che dal 1924 è riconosciuto dalla legge francese con sede a Parigi.

Nel 1931 l’Arcivescovado è entrato liberamente sotto il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, e fu trasformato in Esarcato provvisorio. Tale statuto fu confermato fino al recente decreto del 1999, che ha riconosciuto una speciale autonomia all’Esarcato. Inoltre lo statuto dell’Arcivescovado e delle parrocchie aderenti (come la nostra) erano conosciuti e approvati dall’inizio e ancora recentemente nel 2013. Il Decreto del 1999 è stato tolto dal Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli il 27 novembre 2018 ciò signifìca che le chiese dell’ex Esarcato come la nostra sono libere ormai dal Patriarcato Ecumenico e si trovano di fatto come nel 1931 prima dell’adesione.

Quindi solo le parrocchie – conclude il pope – possono scegliere ormai la nuova giurisdizione canonica”.