Rivieracqua, capisaldi del piano di rientro: l’aumento della tariffa e taglio dei creditori
I tecnici incaricati dal presidente Mangiante hanno prospettato le strategie per riportare in equilibrio la società pubblica
Sanremo. E’ stata illustrato questa mattina a Palazzo Bellevue, nella sede dell’assemblea dei sindaci, il piano di rientro finanziario della società consortile provinciale incaricata di gestire il servizio idrico integrato dell’Imperiese.
Nell’ipotesi prospettata ai sindaci dai tecnici dello studio KPMG scelto dal Cda presieduto da Gian Alberto Mangiante, si stima in tre anni il periodo necessario per riportare la società in equilibrio dal momento dell’attesa approvazione del concordato preventivo depositato in tribunale.
Il buco di oltre sei milioni di euro verrà ripianato grazie all’ingresso di Amaie (la partecipata del Comune di Sanremo) e di Secom (società di depurazione i cui soci sono i comuni di Taggia e Riva) nella compagine societaria, ma anche con l’approvazione da parte dell’authority nazionale della tariffa unica, la quale comporterà un inevitabile aumento delle bollette per gli utenti.
Per arrivarci ci rimetteranno i creditori. L’integrazione dei gestori di Imperia e Ventimiglia Aiga e Amat costerà circa 26 milioni di euro. Un peso economico tale da comportare – come spiega il presidente Mangiante – un taglio ai debiti che devono essere riconosciuti alle imprese creditrici.
Contenuta nel piano di risanamento c’è anche la trasformazione da società consortile in società per azioni pura, nella quale, una volta consolidata la posizione societaria di Amaie, l’azienda municipalizzata della Città dei Fiori potrebbe diventare centro decisionale, forte della larga maggioranza delle proprie quote.
Sul punto però la decisione è slittata.