Imperia, Rifondazione Comunista sul consorzio pubblico idrico: “L’acqua è un bene non mercificabile”

“Le responsabilità di questa situazione di crisi di Rivieracqua stanno tutte in capo alla grande maggioranza dei sindaci delle città della nostra provincia”
Imperia. Rifondazione Comunista si esprime sulla situazione del consorzio pubblico idrico provinciale:
“Siamo preoccupati e nel contempo contrari agli orientamenti che stanno maturando fra gli amministratori dei comuni imperiesi e anche dal presidente di Rivieracqua di trasformare il consorzio pubblico idrico provinciale in una S.p.A.
Questi orientamenti tradiscono la volontà espressa da milioni di cittadini con un referendum per mantenere l’acqua come bene comune non mercificabile, non utilizzabile ai fini del profitto privato. Una S.p.A. diventa “scalabile” da parte di una o più multinazionale dell’acqua, che vedono in questa risorsa naturale, vitale per l’umanità, un prodotto, una merce qualsiasi da utilizzare per aumentare i profitti e i dividenti agli azionisti a danno degli utenti.
Le responsabilità di questa situazione di crisi di Rivieracqua stanno tutte in capo alla grande maggioranza dei sindaci delle città della nostra provincia, il cui consiglio e presidente non sono espressione diretta della volontà dei cittadini ma solo dei consiglieri comunali che si eleggono fra di loro per la formazione dell’amministrazione provinciale, metodo elettorale frutto di una legge elettorale scellerata e antidemocratica.
Se l’attuale governo nazionale volesse essere veramente “del cambiamento” deve cambiare la legge elettorale delle provincie e città metropolitane (altro che proporre di modificare ancora una volta, peggiorandola, la nostra costituzione) e ridare il potere di voto ai cittadini“.